“Insopportabile”. Questa è la suggestione che circola tra coloro che sono vicini al presidente Musumeci. Forse discende dallo stesso inquilino di Palazzo d’Orleans che, per il momento, nulla aggiunge a quello che ha già detto. Ma ci saranno altre parole, probabilmente, in una prossima conferenza stampa. E sarà un gioco di fuoco. Intanto resta il titolo. “Insopportabile”.
Ecco il mantra che torce le budella agli aficionados del governatore che si è ritirato dalla corsa della ricandidatura con un post esplicito, che più esplicito non si può. E la raccontano così: gli spifferi e poi le certezze sull’asse tra Forza Italia e Lega, intorno alla candidatura di Stefania Prestigiacomo, hanno formato l’ondata finale che ha provocato il maremoto politico ed emotivo. Per i musumeciani doc e per lo stesso protagonista la manovra è stata vissuta alla stregua di un ultimo affronto, di una ferita, dell’assalto estremo alla trincea sempre più fragile. Da qui il dado che è stato tratto “in modo irrevocabile”.
Ci saranno altre scadenze istituzionali da qui al 25 settembre. Pare che il governatore abbia ragionato ad alta voce, anche con i familiari, e che lo abbia ripetuto: ‘Se proprio non mi vogliono, se sono divisivo… Ma così si sconfessa il centrodestra’. Altro non avrebbe voluto profferire, affidando il suo stato d’animo al post su Facebook, di cui è stato il geloso depositario fino a un minuto prima della pubblicazione, e in cui ha chiarito di volersi ritirare.
E adesso c’è una comunità di militanti in lutto politico – basta leggere i commenti –, quelli della destra di un certo tipo, che aveva sperato in un ‘ritorno del re’. Magari se gli altri non si fossero messi d’accordo… Ma gli altri si sono messi d’accordo, sull’asse Palermo-Milano, con la zampata sotto porta, dopo mesi di stillicidio. Non è nemmeno bastata la difesa accorata di Ignazio La Russa che, fino all’ultimo, ha tentato di togliere il pallone dall’incrocio dei pali, negli istanti finali di una partita aspra che lascerà, comunque, profondi strascichi.
L’era di Musumeci si chiude, dunque, con l’addio del diretto interessato: “Basta con questo interminabile mercato nero dei nomi. Cercatevi un candidato che risponda alle vostre esigenze. Mi rendo conto di essere un presidente scomodo. Ringrazio di vero cuore Giorgia Meloni e Ignazio La Russa per il convinto e tenace sostegno datomi. Torno a fare il militante”. Irrevocabile. (Roberto Puglisi)