NAPOLI – Ucciso e sciolto nell’acido perché aveva allacciato una relazione sentimentale con la moglie di un affiliato detenuto: questo il movente dell’omicidio di Salvatore Totoriello, soprannominato ‘Tototiello’, scomparso (il corpo non è stato mai ritrovato) il 27 settembre 2013, un cold case risolto dopo 10 anni dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli. L’esecuzione fu decisa dal suo stesso clan, nello specifico da tre uomini al vertice della famiglia Licciardi che per la Dda devono rispondere di associazione mafiosa, estorsione, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, aggravati in quanto commessi per agevolare il clan Licciardi e l’Alleanza di Secondigliano.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo venne attirato in trappola in un bosco nella zona del quartiere Chiaiano di Napoli. Un luogo in cui ci sono parecchie cave di tufo abbandonate. Totoriello sarebbe stato prima ucciso a colpi di arma da fuoco e poi sciolto nell’acido usando tecniche di ‘lupara bianca’ apprese dalla mafia palermitana. Le indagini sono state condotte utilizzando intercettazioni, pedinamenti e dichiarazioni di pentiti.