PALERMO – Nasce il comitato ‘Ponte Corleone’ per tutelare le attività, che dal 23 dicembre, giorno del restringimento per via del posizionamento dei new jersey utili a limitare il carico sulla struttura, hanno visto un netto calo degli affari, e i residenti che da mesi vivono ‘intrappolati’ nelle loro case per via di una situazione “invivibile“ come l’ha descritta Sergio Maltese, che ha la propria abitazione nella zona interessata.
“Quotidianamente, per percorrere un tratto di strada per il quale occorrevano tra i 10 e i 15 minuti, impiego almeno un’ora. Si resta paralizzati, non si può più vivere. Ritengo che i palermitani – ha dichiarato Sergio Maltese – non meritino questa situazione“
Il comitato ha già presentato, in via ufficiosa, delle proposte all’Amministrazione comunale di Palermo e nel pomeriggio di oggi ci sarà un altro incontro per mettere tutto nero su bianco.
Tra queste idee, in attesa che venga presentata la relazione finale da parte della ditta Icaro, incaricata di effettuare le valutazioni sullo stato di salute del ponte, c’è quella di “tornare alle due corsie“, per farlo sarà necessario “incolonnare i mezzi pesanti sulla corsia di destra posizionato dei limitatori di sagoma (in altezza, ndr), accantonando la monocorisa“, così come dichiara Stefano Marcianò residente e commerciante della zona.
Il comitato, però, si pone anche l’obiettivo di supportare l’Amministraizone e “in qualche modo sorvegliare“ – ha spiegato Marcianò -, per cercare di “trovare la strada per realizzare le bretelle, perché il ponte non ha mai avuto una manutenzione seria e certamente non può sopportare il carico attuale“.
Queste, però, sono solamente delle ipotesi perché si attende la relazione finale sul ponte che in che condizioni è il ponte “chiaramente è se messo male si dovrà decidere cosa fare con i mezzi pesanti e l’unica alternativa rimane la via Francesco Crispi e il traffico veicolare – ha concluso Marcianò -leggero dovrà andare in via Roma“.
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I commercianti: “Perdite del 70%”
“La mia attività vive di rapporti e alleanza con progettisti e architetti, i miei contatti mi hanno già riferito che non possono venire nella mia attività“. A dichiararlo è Mimmo Oliveri, che ha una attività a pochi passi dal Ponte Corleone. “Stimiamo una perdita tra il 60% e il 70% e quindi impiegati. Non ho creato alcun tipo di panico e ho dato delle rassicurazioni. Mi farò carico del problema e del disagio fin quando avrò le forze“.
Nella stessa situazione si trova Monica Fiore, che gestisce il bar-tabacchi Baby Luna e che qualche mese fa, proprio ai microfoni di LiveSicilia, ha raccontato il momento vissuto che ad oggi non è cambiato (CLICCA QUI PER LEGGERE LA SUA INTERVISTA): “Da tre mesi abbiamo la chiusura della corsia laterale“, la signora Fiore la descrive come “una situazione davvero drammatica“ che ha fatto “pensare al peggio, che consiste nel mandare delle persone a casa perché non si può continuare così“.
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Il consigliere Inzerillo: “Non vogliamo un Morandi due”
Di situazione “devastante che non si può più sostenere“ parla il consigliere Gianluca Inzerillo. Il comitato “ha presentato delle proposte che meritano grande attenzione. Nel pomeriggio – ha spiegato il consigliere appartenente al gruppo consiliare Sicilia Futura – una delegazione incontrerà dei tecnici per mostrare loro queste soluzioni. Non meno importante è la sicurezza sul ponte, nessuno di noi desidera vivere una situazione come quella di Genova (ponte Morandi, ndr). Se abbiamo questa sicurezza – ha concluso Inzerillo – dobbiamo essere incisivi affinché questa situazione giunga al termine“.
“Recuperati 7milioni di euro per garantire l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del ponte Corleone. Compito di chiunque nelle Istituzioni è rendersi utile per far sì che questa emergenza finisca il prima possibile“. È il tweet del deputato Adriano Varrica, che annuncia questa risorse per eseguire i lavori al Ponte.