La storia di Via Montalbo, quartiere popolare di Palermo, è la storia di un territorio che ha prodotto tanta genia; sarà forse l’aria circostante… Da un lato Montepellegrino, il più bel promontorio del mondo , dall’altro il Porto di Palermo. E’ come se fosse un terreno fertile per l’operatività, come se esistesse un fluido sotterraneo che sprigioni energie particolari.
Durante il periodo di Natale, diventa un trionfo di archi, di luci e di colori; tutta la strada è racchiusa dentro ad una cornice di rosso ed oro. I colori del Natale. Ogni balcone che si affaccia sulla via regala magia.
Da sempre la Via Montalbo, ha fatto vivere la tradizione del Natale. Quante bancarelle pronte a vendere le decorazioni o, così anche tutti i giochi di fuoco che hanno sempre fatto gola ai bambini. Lo senti il Natale. Lo respiri. Anche quando brulicava di gente la Via, negli anni ’60, lo sentivi.
Il Bar La Vela era il centro dei sogni per i ragazzi. Al Teatro della Chiesa della Consolazione si faceva teatro con i giovani Pippo Spicuzza, Enzo Venezia, Enzo Argento, Roberto Cataldi, Angelo Butera, Enzo Messina.
E poi, c’erano Ele Rea, Enzo Gueli, Franco e Pino Ingrassia che portarono il basket nel quartiere. C’era chi si occupava del volontariato: Giovanna ed Enzo Messina, Angela Rivoli ed il dottor Pirrone. Il Cine Forum di Padre Vassallo. Ma c’era soprattutto il cinema, quello vero a pagamento; si poteva assistere al Cinema Aurora, ai film su “Maciste” ed al Manzella che, proponeva il più impegnato “ Un americano a Parigi”. E le arene Ambra e Micron che, erano anche uno spazio che andava bene per i concerti. Un evento dell’epoca? Il concerto di Nunzio Gallo. Due personaggi di grande successo di via Montalbo, furono Enzo Randisi, schietto, intenso, popolare e colto al tempo stesso, un vibrafonista d’eccezione. E poi, Renzino Barbera (nella foto), depositario di quella cultura popolare, fatta di proverbi, battute, aneddoti ed aforismi; per settant’anni ha messo in luce le nostre pecche, i nostri vizi, ma anche le nostre virtù. Facendoci ridere.
Tutto ruotava intorno ai Cantieri Navali, erano migliaia gli operai, una forza del lavoro e dell’economia; oggi anche loro scendono in piazza per esercitare i loro diritti. E quando capitava di sentire la sirena che lanciava l’allarme infortuni, in tanti si precipitavano all’ingresso temendo che la disgrazia fosse toccata proprio a loro.
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