Nei verbali di La Causa |spunta anche Lombardo - Live Sicilia

Nei verbali di La Causa |spunta anche Lombardo

Tre verbali del pentito Santo La Causa (nella foto) sono stati depositati stamattina agli atti del processo che vede i fratelli Lombardo imputati di corruzione elettorale in concorso.

Avrebbe parlato soltanto di Raffaele Lombardo, e non del fratello onorevole Angelo, il super-pentito Santo La Causa, ex reggente militare di Cosa nostra a Catania, interrogato dai pm Antonino Fanara e Agata Santonocito. Tre verbali di La Causa sono stati depositati stamattina dai pm Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro agli atti del processo che vede i fratelli Lombardo imputati di corruzione elettorale in concorso, senza aggravante, con elementi di spicco del clan Santapaola e Cappello. Il nome del governatore siciliano, bisogna vedere a quale proposito, sarebbe stato fatto dal pentito a partire dal primo interrogatorio risalente ad aprile. La difesa di Raffaele Lombardo è rinchiusa nel massimo riserbo.

Tre udienze e due processi a giugno
La procura cerca riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia mentre si avvicina il 28 giugno, data dell’udienza davanti al gup Marina Rizza che dovrà decidere sul secondo procedimento a carico dei fratelli Lombardo, quello frutto dell’imputazione coatta per concorso esterno e corruzione elettorale aggravata dal favoreggiamento alla mafia. Il deposito dei verbali del capomafia nel filone processuale davanti al giudice monocratico, in cui non viene contestata l’aggravante di aver favorito la mafia, consente ai legali dei Lombardo di conoscere anticipatamente, rispetto all’udienza del 28 giugno, le dichiarazioni del pentito La Causa che nel 2008, durante le regionali e le politiche, era reggente militare e quindi in grado di conoscere eventuali rapporti tra l’organizzazione mafiosa e il Mpa. Gli avvocati di Lombardo sino a questo momento non hanno richiesto riti alternativi, come l’abbreviato, cioè una decisione “allo stato degli atti” nel processo per concorso esterno. Ma non è detta ancora l’ultima parola perché i due processi a carico dei fratelli Lombardo procedono paralleli quasi sino a sovrapporsi, basti pensare che davanti al giudice monocratico sono state fissate altre due udienze prima di quella davanti al giudice Rizza: il 22 e il 28 giugno. E il 28 giugno sarà il giorno della verità. Alle 15.00 il pm Carmelo Zuccaro, dopo 5 ore davanti al giudice Fichera del primo processo a carico dei Lombardo, arriverà in tribunale e allora sarà possibile, per l’accusa, tirare le somme anche nel secondo procedimento.

I possibili risvolti
La questione procedurale è rilevante perché se il giudice Rizza dovesse rinviare a giudizio i fratelli Lombardo, il procedimento davanti al giudice Fichera verrebbe attratto per competenza, cioè scomparirebbe. Ma la corsa contro il tempo prevede anche la ricostruzione di una verità giudiziaria sui fatti che vengono addebitati ai fratelli Lombardo. Valutare il presunto sostegno della mafia, in un processo in cui non viene contestata l’aggravante mafiosa, non è facile, anche perché dalle testimonianze dei pentiti stanno emergendo fatti nuovi che necessitano di essere approfonditi. Il calendario delle udienze è stato già definito: il 22 giugno sarà interrogato il geologo autonomista Giovanni Barbagallo, attualmente detenuto per associazione mafiosa. Difficile dire se si avvarrà della facoltà di non rispondere, di certo in passato ha detto di non ricordare le sue stesse parole intercettate dal Ros.

Saluti in carcere da Raffaele? “Non ricordo”
Si tratta di un episodio che è stato documentato dopo gli arresti dell’operazione Iblis, quando Barbagallo era compagno di carcere dell’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni, Mpa, arrestato con l’accusa di essere un boss della ‘ndrangheta. Il Ros aveva intercettato Barbagallo mentre raccontava al compagno di cella, Sandro Monaco, di essere stato avvicinato dalla figlia del presunto ‘ndranghetista, che è dirigente nazionale giovanile dell’Mpa e che gli avrebbe portato i saluti di “Raffaele”. La giovane autonomista avrebbe detto, secondo il racconto di Barbagallo intercettato: “…sapevo della sua presenza, mio padre mi ha parlato molto bene di lei, mi chiede sempre Raffaele, glielo dico che l’ho conosciuta…”. Circostanza che poi Barbagallo ha detto di non ricordare ai pubblici ministeri di Iblis. La domanda sorge spontanea: cosa ricorderà Barbagallo il prossimo 22 giugno? Particolare di rilievo è che Raffaele Lombardo sarà presente in aula.


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