Nelli, chi? | Il partito saluta l'assessore - Live Sicilia

Nelli, chi? | Il partito saluta l’assessore

La guerra tra renziani e cuperliani fa già una vittima: Nelli Scilabra non farà parte della delegazione del Pd in giunta che verrà presentata al vice di Renzi, Lorenzo Guerini. Il partito l'ha scaricata. "Se proprio ci tiene, la salvi il presidente".

PALERMO – “Nelli Scilabra? Non è mica un assessore del Pd…”. Nelli? Nelli chi? L’assessore alla Formazione non fa parte della rosa democratica. Per lei non c’è una maglia nella squadra del Pd in giunta. Lo dice il segretario regionale del partito. E implicitamente, lo dice un po’ tutto il partito. Tranne i giovani democratici, ovviamente. Ma nemmeno tutti, a quanto pare. Al governo ci sarà ancora il renziano Giuseppe Bruno e l’assessore all’Economia Roberto Agnello, difeso da Giuseppe Lupo. Mentre ne arriveranno due in quota “cuperlo”. Uno sarà probabilmente Angelo Villari, vicino a Concetta Raia, l’altro sarà espresso dall’area che fa capo più espressamente al segretario e a Mirello Crisafulli. Il nome più caldo è quello di Cataldo Salerno, presidente della Kore di Enna.

E Nelli Scilabra? Ammesso che si arrivi mai davvero al Crocetta-ter, non sarà un assessore “in quota Pd”. E non lo è già adesso, a quanto pare. E’ lei la prima “vittima” della guerra interna al partito. Se proprio ci tiene sia Crocetta a salvarla. A tenersela. Questo il sentimento di un partito che non tollera più “la giovane assessora” che ha messo le mani nella Formazione siciliana. Se vuole, sia Crocetta a tenerla. E non è, mai come stavolta, solo una questione di “persone”.

Il partito democratico non proporrà Nelli Scilabra nella delegazione da presentare al vice di Matteo Renzi, Lorenzo Guerini e allo stesso presidente della Regione, per un motivo che appare ormai evidente: i democratici non vogliono essere coinvolti in una riforma della Formazione che mostra ogni giorno di più crepe e contraddizioni. “Nessuno pensi che sulla Formazione si tornerà indietro” ha tuonato qualche giorno fa Crocetta in una appassionata difesa “a freddo” (quando cioè la bufera del Piano giovani infuriava già da un po’) dell’assessore “di trent’anni rubato alla vita normale e cacciato dentro un settore nel quale resistono vecchie logiche”. Una contrapposizione che vive tutta nella stringatissima ironia di Mirello Crisafulli, durante il vertice del Partito democratico di ieri: “Se parleremo di Piano giovani? No, quello non è mica un problema politico e io non mi intendo di computer”. E, pare che, nel lungo confronto, più di un politico Pd abbia chiesto all’area più combattiva nei confronti del governo Crocetta, cioè quella dei cuperliani, come “intendessero comportarsi nel caso della presentazione di una mozione di censura del centrodestra nei confronti dell’assessore”. Una preoccupazione, del resto, assolutamente fondata.

Basti ricordare gli interventi dei parlamentari Pd, una settimana fa, in occasione della drammatica seduta della Commissione lavoro, teatro dello scontro tra Nelli Scilabra, appunto, e Anna Rosa Corsello. Fu quella la rappresentazione plastica della solitudine della moderna – secondo la descrizione dei Giovani democratici – Giovanna D’Arco. Bruciata sul rogo della “vecchia politica politicante”, direbbe probabilmente il governatore-mentore Crocetta. In quell’occasione gli interventi dei parlamentari Pd Panepinto e Panarello sono stati persino più duri di quelli dei commissari d’opposizione. “Da deputato, e da deputato di maggioranza, – disse Panarello – esprimo tutto il mio sconcerto. Mi riserbo di chiedere nelle sedi opportune di chiarire una vicenda che sta spargendo discredito su un governo che io sostengo”. La vicenda, ovviamente, è quella del “flop day” del Piano giovani. Che stimolò anche l’intervento, condito da abbondante sarcasmo, di Giovanni Panepinto: “La responsabilità di chi è? Della politica o delle forze del male che si oppongono a volte alla rivoluzione? Ci sono momenti in cui bisogna tirare una linea. Dopo due anni bisogna fare delle valutazioni anche per riabilitare la politica. Bisogna capire che non si può essere buoni per tutte le stagioni, la politica è un passaggio, si fanno delle esperienze, che poi finiscono”.

Un invito, appunto, ad accompagnare alla porta l’assessore che è pur sempre un militante del Pd e componente della direzione regionale del partito. Ma che il partito non riconosce più come “proprio” esponente in giunta. Se la tenga Crocetta, se proprio vuole. Questa la frase che rimbalza nei discorsi dei più agguerriti democratici. In quell’occasione, a Palazzo dei Normanni, nessuno prese le difese di Nelli Scilabra. Nessun esponente del Pd, almeno. L’assessore, del resto, aveva reagito al flop day sparando nel buio contro un nemico trasversale, bipartisan, contro giornalisti conniventi e qualche sabotatore senza volto, né nome. L’assessore che non è del tutto renziana, e per nulla cuperliana, adesso richia però di uscire stritolata dal nuovo “bipolarismo interno” del Pd (con tutto il rispetto per Giovani turchi e civatiani). I renziani confermeranno i propri assessori, quasi certamente. Gli altri ne piazzeranno di nuovi. Chi pensa a Nelli? Già, Nelli chi?

Se la tenga Crocetta, allora. Che significa poi: sia Crocetta ad assumersi personalmente la responsabilità di quello che è accaduto e sta accadendo nella Formazione professionale. Piano giovani compreso. “L’assunzione di responsabilità – ha detto senza mezzi termini il segretario regionale Raciti – dovrebbe essere alla base dell’etica del rinnovamento. In questi giorni siamo stati in silenzio, abbiamo voluto attendere, approfondire, verificare. Non abbiamo chiesto la testa di nessuno, non abbiamo favorito derive populistiche e demagogiche, ma abbiamo atteso una seppur parziale assunzione di responsabilità, che non è arrivata. Se la polizia sbaglia, ne risponde il ministro dell’Interno. Di fronte a casi di malasanità il responsabile è il ministro alla Salute. Non si possono liquidare quei fatti parlando solamente di ‘problemi gestionali’”. Il segretario ha deciso. E il partito, in realtà, ha deciso. Tra i quattro assessori “del Pd”, tra i quattro nomi che Fausto Raciti presenterà al vice di Renzi, Lorenzo Guerini e al presidente Crocetta, non ci sarà quello di Nelli Scilabra. “Se vuole sia Crocetta a tenerla in giunta”. Crocetta, ma non il partito. Il partito non vuole più Nelli. Già, Nelli. Nelli, chi?


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