Neonato in ospedale con fratture | Indagati i genitori - Live Sicilia

Neonato in ospedale con fratture | Indagati i genitori

L'ospedale dei bambini

E' una storia che deve essere ancora approfondita, ma che già presenta contorni agghiaccianti. La vicenda di un neonato arrivato in ospedale in gravi condizioni.

PALERMO- Quando lo hanno portato in ospedale con le braccia e le gambe e la testa fratturate hanno detto che si era ferito cadendo mentre tentava di ”gattonare”. Ma i medici del nosocomio ”Di Cristina” di Palermo hanno subito capito che il neonato di tre mesi era stato picchiato dai suoi genitori, adesso indagati dalla procura per tentativo di omicidio. Marito e moglie respingono le accuse, come riporta l’edizione locale di ‘Repubblica’. Il piccolo si trova adesso ricoverato nel reparto di rianimazione con danni neurologici e rischia di perdere la vista e l’udito. Il tribunale dei minori lo ha inserito nella lista dei bambini da adottare.

Il neonato venne ricoverato il 14 agosto scorso in gravi condizioni. I medici accertarono che era stato vittima di ”sindrome di maltrattamento”. Il padre e la madre sono disoccupati. La donna ha raccontato ai carabinieri: ”Sono depressa e spesso è mio marito ad occuparsi di nostro figlio, ma anche lui soffre di depressione e forse per farlo stare zitto lo ha picchiato”. Entrambi i genitori sono stati sottoposti ad un prelievo di sangue: non sono risultati assuntori di alcol e droghe. I medici hanno anche accertato che pure in passato il neonato sarebbe stato picchiato. Lo dimostrerebbero le fratture ormai ricomposte accertate dagli esami radiografici.

Anche segni di strangolamento
Vi sono anche segni di strangolamento nel bambino di tre mesi ricoverato nel reparto di Rianimazione dal 16 agosto con fratture multiple a Palermo. Le condizioni del piccolo sono stabili. Ma i medici hanno rilevato danni neurologici per i quali è ancora necessario che rimanga ricoverato. Il bimbo è affidato al direttore sanitario dell’ospedale Di Cristina, Giorgio Trizzino e non può avere contatti con la famiglia come imposto dei magistrati.

(Fonte ANSA)


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