MESSINA – Quattro finanzieri sono stati arrestati a Messina con l’accusa di abuso d’ufficio, falso e violazione del segreto d’ufficio. Ai domiciliari sono finiti un maresciallo e tre sovrintendenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, i quattro avrebbero favorito amici imprenditori avvertendoli preventivamente sui controlli fiscali e non effettuando i controlli in sul rilascio degli scontrini. I finanzieri avrebbero favorito gli imprenditori solo per i rapporti di amicizia personale, senza intascare alcun profitto: per questo motivo è stata esclusa l’accusa di concussione. Importanti ai fini dell’indagine si sono rivelate le intercettazioni telefoniche e ambientali.
Sono ipotizzati anche la falsità ideologica e truffa. Secondo l’accusa i finanzieri informavano in anticipo l’imprenditore gestore del lido del ”controllo preventivato nei suoi confronti, al fine di evitare a costui gli esiti pregiudizievoli correlati ad un controllo con esito irregolare”. In cambio il militare riceveva tessere per l’accesso allo stabilimento balneare e ai servizi. In altri casi – dice la procura – gli indagati programmavano, a priori, nei confronti di quali imprese i controlli avrebbero avuto esito regolare e quali no. In altre occasioni, i pubblici ufficiali inducevano l’imprenditore, sottoposto a controllo, ad emettere uno scontrino fiscale per la somma di pochi euro, e il controllo, in tal modo pilotato, veniva falsamente attestato con esito regolare. ”In una circostanza – dicono gli inquirenti – il controllo di regolarità fiscale, in un attività di impresa rispetto alla quale uno dei finanzieri mostrava interesse diretto, era integralmente pilotato; i funzioni pubblici avvisavano in anticipo il destinatario del controllo dell’appostamento all’esterno del locale; l’imprenditore segnalava l’uscita dal locale del primo avventore, cui ovviamente era stato rilasciato lo scontrino, in modo che il controllo potesse concludersi con esito regolare”. Secondo l’accusa agli indagati più volte avrebbero mangiato nei locali controllati senza pagare. Dalle intercettazioni è emerso come alcuni indagati volessero attuare ritorsioni nei confronti degli imprenditori che non si erano mostrati disponibili a dare pasti gratis. E ancora durante le indagini è stato accertato che alcuni degli indagati risultassero, durante il turno di servizio, impegnati in attività personali (come la disputa di partite di calcetto). Nel procedimento è indagato anche un imprenditore.
*Aggiornamento ore 13.41
“La credibilità delle Istituzioni passa dalla loro capacità di fare pulizia al proprio interno”. Lo afferma all’ANSA il procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, che col sostituto Fabrizio Monaco ha firmato la richiesta di arresto dei quattro finanzieri. “La Guardia di Finanza, impegnata a Messina nelle più importanti inchieste contro la criminalità organizzata, anche economica ed amministrativa – sottolinea Ardita – ha dato prova di credibilità e rigore nei confronti di chiunque commetta reati,- anche se appartenente al medesimo corpo, e per questo vede crescere la nostra stima e considerazione”. “I cittadini, attraverso questa operazione esemplare – osserva il procuratore aggiunto di Messina – hanno avuto prova della fermezza che viene mantenuta nelle attività investigative, specie quando si tratta di controllare lo svolgimento di funzioni pubbliche che incidono su interessi di soggetti privati e che devono essere connotati da imparzialità e trasparenza. I finanzieri hanno compiuto scrupolose indagini nei confronti di altri militari indiziati di reati e così – conclude Ardita – hanno dimostrato di appartenere ad un corpo sano e intenzionato ad isolare e punire i soggetti infedeli, dando pieno corso a tutti gli approfondimenti investigativi disposti dall’autorità giudiziaria”.