“Mi ha fatto uno strano effetto vederla da vicino, la stanchezza accumulata dal ventidue di giugno l’ho sentita tutta di un colpo non appena mi sono ritrovato a cinque metri dall’animale”.
Questo è quanto dichiara oggi Gerlando Mazza, componente del CITES, nucleo specializzato del Corpo Forestale per la tutela della fauna e della flora esotica, dopo l’incontro ravvicinato con l’animale di ieri sera intorno le 21:10 nei dintorni di via Bronte che ha permesso di immortalare per la prima volta l’immagine del felino.
Insieme a Mazza anche il dottor Chiarelli, responsabile per la Guardia Forestale Regionale della cattura e ricerca della famigerata pantera di Palermo.
Ieri intorno alle ventuno era giunta presso la sala operativa del Corpo Forestale in via Uditore la telefonata di un residente della via Bronte a Borgo Nuovo che riferiva di vedere da venti minuti, dalla sua proprietà, proprio la ricercata pantera. Subito è scattato l’allarme e la pattuglia della Forestale è giunta sul posto dove per più di qualche minuto ha potuto ammirare da vicino il grosso felino.
“Siamo giunti fino a cinque metri da lei – racconta Chiarelli – abbiamo avuto la possibilità di fotografarla, ma non siamo potuti intervenire perché noi ci trovavamo all’interno della proprietà di un residente e il muro di recinzione ci separava dall’animale”.
Ora che ogni dubbio è stato spazzato via dall’avvistamento di ieri sera e che la pantera a Palermo non è più una leggenda metropolitana, al Corpo della Guardia Forestale si lavora per mettere in atto una buona e risolutiva strategia di cattura, abbandonata definitivamente quella della grossa gabbia con esca viva messa in piedi qualche settimana fa, ma che non aveva prodotto alcun risultato.
“Bisogna adesso pensare alla cattura – dice Mazza – pensiamo di utilizzare altre tecniche, ma dobbiamo valutare e studiare bene come intervenire”.
Le alternative ipotesi di cattura sono per il momento al vaglio dei responsabili della Forestale, tra queste quelle di una gabbia a scatto o tramite una rete, anche se l’uso delle carabine con anestetizzanti sembra essere la via più sicura e più semplice per acciuffarla.
“Abbiamo difficoltà nel reperire gli attrezzi adatti – dice Mazza – di cui momentaneamente non disponiamo, ad esempio, ci potrebbe essere utile una gabbia a scatto e non escludiamo di chiedere aiuto a degli esperti ”.
Ora che però la presenza della pantera a Palermo non è più un caso avvolto dal mistero, Gerlando Mazza ci tiene a lanciare un appello a tutta la popolazione: “Nessuno pensi arbitrariamente di eliminare l’animale, nessuno spari alla pantera come ho sentito dire da qualcuno, ma ad ogni segnalazione chiami la Forestale al 1515. L’animale non ha nessuna colpa e finora non è stata nemmeno aggressiva”
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