PALERMO – Sotto le torri fatte costruire dal principe Marko, che regnò sulla Serbia nell’ultimo quarto del quattordicesimo secolo, sorge la città di Prilep. E tra i circa 66.000 cittadini che la popolano, ne è nato uno che è diventato la stella di un’intera nazione, stando soprattutto a quanto è accaduto negli ultimi venti giorni, ma non solo. Ilija Nestorovski è uno dei personaggi più chiacchierati delle ultime ore anche nel nostro Paese. E non solo perchè ha piegato le mani di Buffon in una domenica sera particolarmente tormentata per il movimento calcistico italiano, in cui la molto modesta Macedonia stava per batterci. Ma anche perchè quello del momentaneo 1-1 sul campo di Skopje è stato il quinto gol messo a segno da Nestorovski nelle ultime sei gare, sei delle quali lo hanno visto partire da titolare. La sesta, quella che il Palermo ha perso in casa contro la Juventus, ha visto la punta nata nella città fondata sotto le torri del principe Marko subentrare nella ripresa a Balogh.
Ma prima di diventare una delle principali attrazioni e curiosità del nostro campionato, Nestorovski è stato uno dei tanti ragazzi che, fin da piccolo, rincorreva un pallone sperando di riuscire a sfondare nel mondo del calcio. Una prima chance la ottiene all’età di nove anni, quando inizia la trafila nelle giovanili del Pobeda, la squadra della città di Prilep. L’accademia del club biancorosso accoglie Ilija per ben sei anni, durante i quali l’attaccante cresce anche come uomo e si avvicina alla maggiore età. Corre l’anno 2006, quando Nikolče Zdravevski si insedia sulla panchina del Pobeda al posto di Dragi Hristovski, e inizia a valutare con sempre maggiore costanza la possibilità di far rientrare questo piccolo centravanti che vede sempre meglio la porta nelle rotazioni della prima squadra. La prima stagione fa più da apprendistato, le tre successive vedono Nestorovski in campo con sempre maggiore continuità, e le statistiche sono decisamente positive, considerando la giovane età di Ilija, che mette a segno 39 gol in 96 gare ufficiali.
Nestorovski ha ancora vent’anni quando ha già esordito anche in Europa. Era il 18 luglio del 2007, il suo Pobeda era impegnato nel primo turno di qualificazione in Champions League contro gli estoni del Levadia. Arrivò una sconfitta per 1-0 e l’allora minorenne Ilija giocò gli ultimi 20 minuti. Ma nel frattempo stava venendo fuori un buon attaccante, pronto per la sua prima esperienza lontano da casa. I cechi dell’FC Slovacko, infatti, gli offrono un ruolo da protagonista e lui accetta. In Repubblica Ceca, però, Ilija non riesce ad ambientarsi, così arrivano due avventure in prestito: la prima al Viktoria Zizkov e la seconda nuovamente a casa, al Metalurg Skopje. In totale, la punta macedone gioca 61 partite in tre stagioni e mezzo, andando a segno quattro volte e facendo quasi spegnere l’ardore che lo aveva spinto agli esordi vicino casa.
Ma la svolta arriva nell’estate del 2013. Ilija Nestorovski decide che è arrivato il momento di giocarsi tutte le carte a propria disposizione. Così accetta la destinazione croata, approdando nell’Inter Zapresic, club militante nella serie B del Paese. La prima stagione è clamorosa per impatto e per continuità nelle segnature, visto che gioca 34 partite e segna 22 gol tra campionato e coppa nazionale, dimostrando di aver finalmente ritrovato la vena realizzativa già mostrata da giovanissimo. Ma le due stagioni che seguono sono addirittura migliori di quella d’esordio lontano da casa. Nella seconda arrivano 24 gol in 27 presenze, con tanto di promozione nella massima serie e titolo di capocannoniere, mentre nella sua prima annata nella Hrvatska nogometna liga realizza 25 reti in 33 presenze, confermando il titolo di re dei bomber anche nella massima serie. Poi l’arrivo a Palermo e l’esplosione dopo un primo mese di adattamento nel calcio italiano.
Ma il gol più importante della sua vita, Nestorovski lo ha messo a segno il 1° giugno 2014. La data è speciale per lui e per un’altra persona, Martina, con la quale è convolato a giuste nozze prima di vederle dare alla luce, nell’agosto del 2015, la loro primogenita. Due momenti importanti più di un titolo di capocannoniere o della conquista di un campionato, e che hanno reso il ragazzo Ilija un uomo completo. Quell’uomo che ora, dopo essersi beccato diverse critiche e magari anche qualche insulto, sa di avere un grande compito da assolvere e di saperlo svolgere come meglio sa: guardando la porta, mirando e calciando un pallone verso essa. Come ha fatto nelle ultime cinque gare giocate da titolare, in cui ha sempre timbrato il cartellino. Così, il ragazzo nato e cresciuto sotto le torri del principe Marko può a sua volta diventare un principe del gol, per la gioia del Palermo e dei suoi tifosi.