La ‘distruzione’ di un amore rosanero si va aggiornando con sempre nuovi e più preoccupanti tasselli. Lo smacco patito con il Cittadella cade sulla testa dei poveri tifosi, dopo giorni di buone intenzioni, di proclami, di letterine ottimiste all’anno che verrà. La realtà è sotto gli occhi di tutti: l’avvitamento del Palermo in una crisi tecnica dagli esiti, al momento, imprevedibili.
La distruzione di un amore rosanero vede, imprigionati nella stessa bolla, una squadra depressa, un allenatore che non è stato finora in grado di raddrizzare la stagione, i tifosi che non credono ai propri occhi E che reagiscono, tra rassegnazione e sacrosanta contestazione (purché sia sempre civile e mai sopra le righe). C’è, però, una distinzione: i tifosi rosanero sono innocenti, anzi, meritevoli di elogio per la loro passione.
La distruzione di un amore rosanero passa dalla oggettiva ‘demolizione’ di Matteo Brunori. Poi, ognuno si sbizzarrisca pure nel giochino delle responsabilità. Intanto, la situazione sembra acclarata. Un patrimonio (a parole) del Palermo, tra incomprensioni e scelte, si è ritrovato messo in un angolo. Eppure, Brunori, contro il Cittadella, ha trascinato la squadra, dimostrando, da subentrato, di possedere capacità che gioverebbero alla causa.
La distruzione di un amore rosanero ha bisogno urgente di una ricostruzione. Chi ha in mano i destini del pallone, a Palermo, decida come fare, perché la responsabilità della scelta lo chiama in causa. Ma faccia qualcosa, il prima possibile. E non c’è altro da aggiungere.