Netturbino ucciso a fucilate - Live Sicilia

Netturbino ucciso a fucilate

Caltagirone, l'assassino aveva già ammazzato
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 Un netturbino di 35 anni, Carmelo Ferraro, originario di Palagonia, è stato ucciso con diversi colpi di fucile in una casa di campagna di contrada Magazzinazzo di Caltagirone, nel Catanese. A sparare, con un arma detenuta illegalmente, sarebbe stato il proprietario dell’immobile, Gesualdo Sapienza, di 49 anni, che è stato arrestato. Gli investigatori sospettano che tra i due ci fossero di dissidi economici per debiti non pagati. L’uomo avrebbe sostenuto di avere agito per legittima difesa e di essere stato vittima di un’aggressione in casa da parte di quattro persone. L’uomo, che è stato condotto nel commissariato della Polizia di Stato di Caltagirone, ai poliziotti avrebbe detto di avere sparato perché temeva per la sua vita. Tre presunti fiancheggiatori della vittima sarebbero riusciti a scappare. Sapienza è stato arrestato per omicidio e detenzione illegale e ricettazione di arma da fuoco: il fucile che ha utilizzato è risultato essere stato rubato. Le indagini della polizia sono coordinate dal procuratore capo di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano.

Gesualdo Sapienza, l’uomo di 49 anni che avrebbe ucciso a Caltagirone, nel Catanese, con più colpi di fucile un netturbino di 35 anni, Carmelo Ferraro, per dissidi economici, è un personaggio noto alla cronaca nera: fu uno dei quattro banditi che, il 30 dicembre del 1981, durante un tentativo di rapina ai passeggeri di un autobus di linea Catania-Palermo della Sais uccisero l’autista del pullman, Giuseppe Savarino, e l’avvocato Enzo Auteri, ex presidente della Provincia del capoluogo etneo Sapienza, ritenuto l’esecutore materiale del duplice omicidio, fu condannato in primo grado, il 17 febbraio del 1984, a 28 anni di reclusione. A sostenere l’accusa davanti alla Corte d’assise di Catania fu l’allora pm Francesco Paolo Giordano, che oggi è il procuratore capo della Repubblica a Caltagirone, l’ufficio che sta coordinando le indagini delle polizia su quest’omicidio. In appello, il 17 ottobre del 1985, la condanna fu ridotta di sei mesi. Dall’ottobre del 2002 Sapienza era tornato libero per decisione del Tribunale di sorveglianza dell’Aquila e affidato ai servizi sociali, nonostante nel 1996 non fosse tornato in carcere a Perugia durante un permesso di soggiorno. La pena è stata estinta l’8 ottobre del 2003. Nel luglio del 2005 è stato arrestato dalla polizia per una rapina a un supermercato di Caltagirone. E’ tornato in libertà il 29 settembre del 2006.


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