PALERMO – Quando le viene chiesto che eredità le abbia lasciato il suo predecessore, Mariarita Sgarlata mostra qualche segno di incertezza, forse di imbarazzo, poi risponde sorridente e decisa: “È un’eredità sulla quale sappiamo che c’è tanto da lavorare. Ma parlerei, al plurale, di quel che mi hanno lasciato i miei predecessori. La cultura non è mai riuscita a diventare il volano della nostra economia”. Per la sua prima uscita pubblica il neoassessore ai Beni Culturali, subentrato di recente al “tecnico” Antonino Zichichi, allontanato senza troppi complimenti da Rosario Crocetta (“stava sempre a Ginevra” il caustico commento del governatore), ha scelto di incontrare il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, e di visitare una mostra multimediale sul periodo degli Asburgo in Sicilia, in corso a Palazzo Steri.
“È fondamentale riorganizzare l’intero settore e distinguere bene i ruoli all’interno delle sovrintendenze valorizzando le competenze, soprattutto quelle provenienti dal mondo universitario. Non farò turnover o particolari sfoltimenti degli organici – spiega la Sgarlata –, piuttosto punterò sulla riorganizzazione e sulla sinergia tra assessorato, Università e centri di ricerca”. Zichichi non viene mai nominato, ma sembra evidente il riferimento, e allo stesso tempo il distacco nell’impostazione programmatica, dalle politiche culturali del suo predessore quando la Sgarlata dice di non voler “fare grandi progetti (il pensiero inevitabilmente va ai raggi cosmici e al supermondo, ndr), preferisco la politica dei piccoli passi”.
“Va innanzitutto ripresa e ricostruita una macchina amministrativa che in questi anni si è un po’ inceppata – aggiunge –. E va affrontata la mancanza di una strategia complessiva che consenta di legare la conservazione e la tutela dei beni culturali con la loro valorizzazione turistica. Cultura e turismo sono indissolubili, devono andare di pari passo”. Come primi provvedimenti l’assessore punta innanzitutto sulla riorganizzazione degli uffici (“dalle sovrintendenze, ai custodi, ai catalogatori”) e sull’utilizzo delle risorse già disponibili: “per esempio i forestali potrebbero occuparsi della ripulitura dei siti archeologici e, perchè no, della cartellonistica, che spesso è ricoperta dalle sterpaglie”.
Ma gli interventi da effettuare non si contano e spesso si incrociano con le esigenze dei singoli Comuni. È di questi giorni l’ennesima emergenza rifiuti a Palermo, che consegna ai turisti l’amara cartolina delle cataste di immondizia sparse per le strade. “Anche se è un problema di competenza comunale, bisognerà certamente risolverlo in qualche modo perchè è il nostro biglietto da visita. I beni monumentali vanno tutelati”. In questo senso l’inizio del suo mandato non è circondato dai migliori auspici: secondo quanto il governo regionale ha illustrato ieri alla maggioranza, nella prima bozza di bilancio ci sarebbero dei tagli ai fondi per i teatri. “Che ci siano pochi soldi è una cosa che si sa. Già ieri nel bilancio dell’assessorato ho dovuto difendere strenuamente, come in trincea, i capitoli di spesa relativi alle sovrintendenze, alle biblioteche, agli interventi di somma urgenza, che non possiamo assolutamente eliminare. Non possiamo certo far crollare il nostro patrimonio artistico – conclude –. C’è stato un uso dissennato dei nostri fondi, anche di quelli europei”.
Il rettore Lagalla è apparso soddisfatto di questo primo incontro con l’assessore: “Mi è sembrata capace e competente – ha commentato –. Abbiamo iniziato a discutere della tutela e salvaguardia dei beni artistici e monumentali che l’Ateneo palermitano cerca di preservare. E poi abbiamo parlato delle nostre attività didattiche e di ricerca, come il corso di laurea per la formazione dei restauratori, che noi svolgiamo insieme alla Regione Siciliana”.
Gaspare Ingargiola