Irto (Pd): “Il Ponte sullo Stretto? Solo spot e propaganda”

Irto (Pd): “Il Ponte sullo Stretto? Solo spot e propaganda”

“No a Salvini, ecco perché il decreto è un’arma di distrazione di massa”

Con 103 voti a favore, 49 contrari e tre astenuti l’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge sul Ponte sullo Stretto di Messina. Il senatore del Pd Nicola Irto, lo definisce “una potentissima arma di distrazione di massa”. E dichiara a LiveSicilia: “Il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare”. Irto è uno dei relatori al convegno “Aspetti geologici, sismici e normativi delle opere infrastrutturali complesse nell’area dello Stretto di Messina”, in corso oggi, 25 maggio, all’università di Reggio Calabria.

Senatore Irto, serve davvero il Ponte?

“Non serve questo ponte e non serviva questo decreto. Il ponte di fatto non c’è, non ci sarà. C’è un decreto che affronta solo la possibilità di riattivare la società Stretto di Messina Spa e basta. È un progetto irrealizzabile, che non potrà essere realizzato per i limiti di copertura finanziaria, per l’impatto ambientale e per oggettivi vincoli tecnici perché si tratta di un ponte a una campata. Non può essere realizzato con queste caratteristiche. Il governo ha voluto fare un’operazione di propaganda da un lato e di arroganza dall’altro, non ascoltando nemmeno il territorio, non dando la possibilità ai comuni di Cosenza, di Messina e di Villa San Giovanni di essere dentro il Cda, di essere dentro, cioè, gli organismi decisionali dell’opera”.

Senza infrastrutture con un gap enorme della Sicilia e in parte anche della Calabria sul versante ferroviario e stradale era una priorità?

Il ponte sullo Stretto non è una vera priorità del governo, è un’arma di distrazione di massa. Serve per distrarre dall’idea di Autonomia Differenziata. Non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata. La verità è che non c’è un vero progetto di infrastrutturazione del Sud e della Calabria. Non abbiamo l’alta velocità in Calabria, non c’è un’alta velocità in Sicilia, quindi è solamente un elemento di spot. La rete viaria e ferroviaria delle due Regioni ha necessità di investimenti straordinari per essere resa efficiente e in grado di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. Soltanto dopo avere recuperato il gap con il resto del Paese possono avviarsi altre discussioni, compresa quella sulla realizzazione di un’opera come il Ponte sullo Stretto o della stessa autonomia differenziata”.

Circolano cifre monstre sulla realizzazione del Ponte. Quanto costerebbe e chi lo pagherebbe? 

“Lo pagherebbero gli italiani, non c’è dubbio. Il tema è che non c’è nemmeno la copertura finanziaria, ed è un progetto vecchio di più dieci anni. Circolano cifre imponenti ma su questo anche gli uffici di bilancio del Senato hanno detto che non ci sono le caratteristiche per capire le coperture e la spesa vera di quest’opera. Il Ponte sullo Stretto negli anni è già costato oltre 900 milioni di euro solo tra consulenze e pagamenti di incarichi e altro. Eppur il ponte, come è noto, non c’è. Quindi si è speso quasi un miliardo di euro senza fare nulla”.

Per questo c’è chi dice che il ponte è già stato un affare, lei cosa ne pensa?

“Il ponte è già è stato un affare e rischia di esserlo ancora di più. Avevamo chiesto che, per esempio, i consulenti e i consiglieri di amministrazione della società che dovrebbe gestire tutta l’opera non venissero stipendiati finché l’opera non parte davvero, finché non si cantierizza. Questa nostra proposta è stata bocciata. Al governo non interessa l’opera, interessa investire, ad esempio, nove milioni di euro sulla propaganda per informare su un ponte che non vedrà mai la realizzazione”.

Tuttavia l’idea di un ritocco progettuale si sta già facendo largo…

“Non è un tema di ritocco, sono presenti limiti strutturali d’impraticabilità di questo tipo di progetto. Il nostro no è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot. Manca una strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte”.

Cosa dovrebbe fare il governo?

Dovrebbe pensare a come dare dignità e forza ai cittadini calabresi e siciliani affinché non abbiano più, ad esempio, la ‘strada della morte’, la statale 106 “Jonica”, tra le più pericolose in Italia, e abbiano invece un’alta velocità verso Reggio Calabria ma anche in tutta la regione Sicilia, al pari delle altre regioni del nord del Paese. A quel punto, dopo aver connesso il Mezzogiorno, la Calabria alla Sicilia, il governo potrebbe aprire il tema dell’attraversamento stabile sullo Stretto. Così è semplicemente uno spot, figlio della propaganda e dell’arroganza del governo. Per questo il partito Democratico ha votato no”.


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