Nel giorno del funerale, ci sono cose che non sappiamo della morte violenta di Nicoletta Indelicato, massacrata, a Marsala, in una serata di sangue e misteri. E quelle che sappiamo sono atroci. “Al momento abbiamo solo una certezza. E cioè che Bonetta, reo confesso dell’omicidio, ha fatto ritrovare il corpo. Tutto il resto è ancora da capire”. Sono le parole consegnate all’Ansa dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia Indelicato.
Sappiamo che una ragazza di 25 anni è stata uccisa con dodici coltellate tra il 16 e il 17 marzo. Sappiamo che il suo corpo straziato era in un vigneto di contrada Sant’Onofrio. Sappiamo che anime gentili hanno deposto dei fiori nel luogo del martirio. Secondo l’avvocato Frazzitta il delitto “affonda le radici nel lato più oscuro della città”. Ma non sappiamo ancora cosa voglia esattamente dire. Sappiamo che dodici colpi hanno devastato Nicoletta, secondo l’autopsia. I fendenti mortali sono stati inferti alla schiena e al collo. Altre ferite testimoniano l’estremo tentativo di difendersi. Sappiamo, secondo la cronaca fin qui disponibile, che l’altra persona coinvolta, Margareta Buffa, si è discolpata, proclamandosi innocente.
Sappiamo che papà Damiano Indelicato, un mite professore di matematica, non potrà mai darsi pace: “Non sono arrivato in tempo, non sono riuscito a salvarla”. E’ il naturale senso di colpa di un padre che avrebbe voluto difendere, essere presente e sacrificarsi, se necessario, scambiando se stesso con sua figlia. Ma la verità è che sono troppi i modi in cui il dolore può sorprenderci ed è impossibile tracciare percorsi sicuri per coloro che ami.
Sappiamo che i familiari hanno chiesto riserbo per le esequie. Niente immagini in chiesa, perché è sacro il diritto di chi vuole chinarsi su una bara e piangere, non esposto all’occhio del mondo. Sappiamo che il fratello di Nicoletta, su Facebook, ha messo il segno del lutto e che tanti la stanno ricordando con commozione.
Una chiesa affollata e una comunità ferita, oggi, hanno pronunciato il loro addio per Nicoletta Indelicato. Tutti hanno versato lacrime e si sono battuti il petto, tanti con sincera commozione, qualcuno con quel curioso retrogusto della morbosità che sempre accompagna una tragedia, richiamato dai salotti televisivi e dalle trasmissioni del pomeriggio.
L’omelia del vescovo, Domenico Mogavero, si è incamminata, coraggiosamente, sulla strada accidentata di una consolazione impossibile: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Questa parola del Signore Gesù a poche ore dall’inizio della sua passione la sento risuonare, forte e insistente insieme, in me; e io, pastore di questa Chiesa, la offro a quanti siete qui riuniti per affetto, amicizia, solidarietà umana verso Nicoletta e verso i suoi familiari (…) Signore Gesù, come si fa a non essere turbati di fronte a tanta ferocia disumana? Come si fa a non essere turbati di fronte a un massacro assolutamente immotivato, quali che possano essere stati gli impulsi che hanno scatenato una violenza fredda e inaudita? Come si fa a non essere turbati di fronte all’assassinio di una persona sola e indifesa, vittima di un disegno perverso, orchestrato sotto l’influsso del diavolo, ispiratore di tutto il male che nasce nel cuore umano, traviato dal peccato? Ma la tua parola è chiara e determinata e noi la facciamo prevalere sui nostri sentimenti: ‘Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me’. E noi crediamo in te e ci fidiamo di te; ma tu sostieni e aumenta la nostra fede con la forza e la luce della parola che abbiamo ascoltato”.
Bandiere a mezz’asta. I genitori in prima fila, inchiodati a una panca. Una lettera del fratello: “Oggi è il giorno che non avrei mai immaginato di vivere, per loro ci sarà la giustizia divina. Tu eri sempre solare e allegra. Avevi il dono di vedere solo il buono nella gente. Ti voglio bene” Sapremo, un giorno, quello che è accaduto davvero e perché. Sappiamo che Nicoletta, col suo sorriso fresco, non c’è più. Hanno messo i fiori dove c’era la sua vita. Forse, è stato il diavolo. Sicuramente, gli uomini.