La strada per l'ospedale è bloccata | "Intervenga il governo regionale" - Live Sicilia

La strada per l’ospedale è bloccata | “Intervenga il governo regionale”

Una frana impedisce il transito veloce di ambulanze e utenti. Un medico scrive a Musumeci

NISCEMI (CALTANISSETTA) – “Ci si adoperi al più presto per ridare dignità sanitaria ai cittadini”. La comunità di Niscemi, cittadina in provincia di Caltanissetta, chiede aiuto al presidente della Regione, Nello Musumeci, affinché venga ripristinata la circolazione sulla strada provinciale 12. Il collegamento costituisce infatti la via più rapida per raggiungere l’ospedale Vittorio Emanuele di Gela. A causa di una frana, la viabilità fra i due comuni è interrotta da più di un mese, obbligandogli utenti e le stesse ambulanze all’attraversamento dell’intero abitato di Niscemi per immettersi prima nella strada provinciale 10, e poi nella statale 117bis. Una vera e propria odissea che rischia di mettere a repentaglio la vita di qualsiasi malato o persona bisognosa di soccorsi.

Ora, a farsi carico di questa emergenza , con l’appoggio dell’amministrazione comunale – è il dirigente medico Aurelio Incarbone, che ha inviato una lettera al governatore e agli assessori alla Salite e alle Infrastrutture Ruggero Razza e Marco Falcone. “Nessuno è in grado di fare miracoli nelle emergenze sanitarie, però noi medici abbiamo l’obbligo di garantire, con scienza e coscienza una situazione di pericolo di vita nel più breve tempo possibile,e nelle condizioni di viabilità sicure e veloci, che permettano di trasferire un paziente grave nella massima sicurezza”.

“Da un lato – continua Incarbone – si favoleggia sui giornali di un ipotetico mega ospedale che possa unificare le strutture di Niscemi e Mazzarino (opera faraonica che nemmeno tra trent’anni potremo vedere realizzata). Dall’altro però viviamo una realtà diversa, fatta di una rete viaria pessima, impraticabile e di una riforma sanitaria che per Niscemi, Mazzarino ed in fondo per tutti i comuni del sud provincia sembra non trovare mai una realizzazione”.

La lunga lettera si conclude quindi con un appello alle istituzioni regionali “affinché permettano al popolo niscemese  di riprendersi i diritti rubati negli anni passati, dai gattopardi della politica e della sanità”.


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