PALERMO – “Io a Sicilia 2.0 non andrò. Semplicemente perché non è la Leopolda ma la Faraona e non sono faraoniano. Sono renziano, e l’unica Leopolda che conosco è quella che si tiene alla Stazione di Firenze. Insomma, quella vera. Non andrò perché il tempo delle analisi è scaduto e la gente da noi, che siamo al governo da oltre due anni, vuole meno chiacchiere e più cose concrete. Altro che tavoli… continuando così ce li tireranno addosso!”. Lo scrive il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli. “Non andrò perché dobbiamo smettere di parlare e iniziare a fare – dice il deputato -. E se non siamo in grado di guidare la Sicilia, se critichiamo il governo regionale e poi lo invitiamo a coordinare i tavoli, se facciamo contemporaneamente il governo e l’opposizione, allora dobbiamo smontare le tende, alzarci dalle poltrone, congedare assessori e gabinettisti e andare tutti a casa senza perder altro tempo.
“Dico ‘dobbiamo andare a casa’ e non ‘dovete andare a casa’, perché sono sempre stato abituato a fare autocritica. La faccio nonostante nessun assessore regionale né componente esterno di gabinetto sia stato indicato da me – dice Ferrandelli -. Autocritica che sabato e domenica dovrebbero fare in molti e che, temo proprio, nessuno farà. Non la farà chi parteciperà ai tavoli avendo responsabilità politiche e di governo, ancor meno quel ceto politico trasformista che, scampato alla rottamazione, cercherà disperatamente un posto in prima fila per guadagnarsi un gettone e fare così un altro giro nella giostra politica siciliana . So che ci saranno anche tante belle energie, auguro loro buon lavoro. Mi dispiace pensare però che la loro carica positiva possa in qualche modo alimentare ancora quella giostra che dobbiamo rottamare davvero per far ripartire la Sicilia e dare speranza ai siciliani. Con tutte queste energie, ne sono certo, faremo tanta strada insieme. Dal 2 marzo però, quando i riflettori si spegneranno e dovremo continuare il faticoso e spesso invisibile lavoro per una Sicilia migliore. A Davide Faraone – conclude Ferrandelli – faccio un sincero in bocca al lupo, consapevole che due visioni diverse possono essere distanti ma coesistere in un Partito Democratico che ha il dovere di essere unito, aperto e soprattutto serio”.