"Non è nato in laboratorio" | La prova in uno studio - Live Sicilia

“Non è nato in laboratorio” | La prova in uno studio

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Una pubblicazione scientifica smentisce le teorie complottiste sul virus

CORONAVIRUS
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“Le nostre analisi mostrano chiaramente che il Sars-CoV-2 non è il prodotto di un laboratorio o un virus manipolato di proposito”. Con queste parole Kristian G. Andersen, dello Scripps Research Institute di La Jolla, insieme ad altri ricercatori smentisce le teorie complottiste sul nuovo coronavirus. Nel lavoro dal titolo “The proximal origin of Sars-CoV-2”, apparso su Nature il 17 marzo, gli autori motivano lo scarto di questa popolare ma errata opzione e propongono due scenari plausibili dell’origine del virus: “la selezione naturale in un animale ospite prima del trasferimento all’uomo”, ma anche “la selezione naturale nell’uomo dopo il trasferimento”. L’articolo completo è disponibile a questo link.

I ricercatori hanno confrontato il nuovo coronavirus con gli altri finora conosciuti e non hanno trovato nessun precedente riguardo al modo in cui il virus infetta le cellule umane; inoltre questo legame viene etichettato dai sistemi informatici come “non ottimale”: secondo gli studiosi non ci sarebbe stata ragione di dare il via alla diffusione di un virus considerato (sulla carta) fallace già prima di diffonderlo. Viene escluso anche lo scenario secondo cui il Sars-CoV-2 sarebbe mutato durante pratiche di coltura cellulare: secondo gli autori “avrebbe richiesto un preventivo isolamento di un virus progenitore con altissima somiglianza genetica”, ma quel progenitore non è mai stato descritto. Più avanti gli autori ribadiscono: “Le prove dimostrano che il Sars-CoV-2 non è un virus manipolato volutamente”; e ancora: “Non crediamo che sia possibile qualsiasi tipo di scenario incentrato sul laboratorio”.

Quanto alle vere origini, nella pubblicazione si legge che “considerato che molti dei primi casi di Covid-19 sono legati al mercato di Huanan, a Wuhan, è possibile che una sorgente animale fosse presente in quel luogo”. Gli esperti inoltre ravvisano la somiglianza fra il virus che affligge l’uomo e i coronavirus analoghi presenti nei pipistrelli, osservando che “è probabile che i pipistrelli servano da ospiti” per un progenitore della malattia; una “forte somiglianza” rispetto al Sars-CoV-2 si riscontra anche nei coronavirus del pangolino, aggiungono, oggi specie protetta ma ancora diffuso nei mercati orientali. È possibile quindi che un progenitore del Sars-CoV-2 sia arrivato agli umani, adattandosi “durante trasmissione da uomo a uomo non rilevata. Una volta acquisiti, questi adattamenti avrebbero portato all’avvio della pandemia – continua lo studio – producendo un numero di casi sufficientemente grande da attivare il sistema di sorveglianza” che ha portato il virus all’attenzione della Cina e poi del mondo intero.

“Nel mezzo dell’emergenza globale della sanità pubblica per il Covid-19, è ragionevole chiedersi il perché delle origini della pandemia”, concludono gli scienziati, secondo cui la “comprensione dettagliata di come un virus animale salta i confini fra le specie per infettare l’uomo così produttivamente” aiuterà nella prevenzione di future trasmissioni di malattie dagli animali all’uomo.


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