"Non mi identifico con lui,| ma non è un mafioso" - Live Sicilia

“Non mi identifico con lui,| ma non è un mafioso”

parla gioacchino genchi
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“Ho accettato l’incarico di consulenza difensiva dell’onorevole Lombardo, nel procedimento Iblis che lo vede indagato alla Procura di Catania. Non conoscevo l’onorevole Lombardo. Sono note, per il resto, le mie posizioni e tutti sanno che non mi identifico per nulla nel “presente” politico dell’onorevole Lombardo (nonostante la benedizione del Pd) e ancora meno nel suo “passato””. Lo scrive in una nota il consulente Gioacchino Genchi, appena nominato da Raffaele Lombardo.

“L’unica cosa di cui sono certo – specie dopo avere analizzato l’intero fascicolo processuale – è l’assoluta estraneità dell’onorevole Lombardo ai fatti che gli vengono contestati – continua Genchi – C’è una tempistica nelle accuse raccolte contro Lombardo che già da sola induce non poche riflessioni. E’ da novembre 2009 che si raccolgono “prove” contro di lui grattando il fondo del barile, ripescando fatti e circostanze che la stessa Procura di Catania aveva già ritenuto non vere”.

“Per il resto le accuse del Ros abbracciano un periodo di oltre 10 anni ed incrociano vicende che conosco molto bene – aggiunge il consulente – Nelle informative vengono più volte indicate in modo errato le cariche istituzionali ed elettive ricoperte nel tempo dall’onorevole Lombardo, grazie alle quali egli avrebbe favorito la mafia. Viene fatto passare per deputato regionale, ad esempio, in un’epoca in cui Lombardo era parlamentare europeo”.

“Per il resto la destrutturazione degli elementi di accusa mi ha già consentito di estrapolare fatti che in modo oggettivo ed incontrovertibile dimostrano l’assoluta infondatezza delle accuse del ROS e di taluni aspiranti mafiosi, già accreditati come tali negli atti di indagine, al solo fine di provare che anche Lombardo è mafioso”.

“Sono già in condizione di provare, ad esempio, che la notte precedente alle elezioni europee del 12 giugno 2004, quando Lombardo sarebbe andato a trovare a casa un presunto mafioso (già sottoposto alla sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza) per ottenere il suo appoggio elettorale, Lombardo si trovava in tutt’altra località della Sicilia. Non posso dimostrare se e quante sigarette abbia mangiato quella notte. Ma sono certo di potere dimostrare che le accuse del Ros sono del tutto infondate”.

“Dall’alba all’apertura dei seggi, senza nemmeno dormire – conclude Genchi – quel mafioso sarebbe riuscito a fare avere a Lombardo i circa 100 mila voti che ha riportato in quella competizione elettorale, che nemmeno gli consentirono di venire eletto”.


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