Ma il Tar boccia il vecchio piano - Live Sicilia

Ma il Tar boccia il vecchio piano

La presidente dell'Aiop Barbara Cittadini

Accolto il ricorso dell'Aiop: c'era un errore di calcolo e la riduzione incideva solo sui privati. Barbara Cittadini: "Ora discussione con la Regione".

PALERMO – Posti letto tagliati solo ai privati, con un aumento per le strutture pubbliche. E poi un errore di calcolo, con la Regione che non si accorge di aver già rispettato nei fatti il taglio richiesto da Roma. Il Tar di Palermo boccia il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera varato in aprile dall’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino: con una sentenza depositata ieri (numero 150/2015, presidente Nicolò Monteleone, consigliere ed estensore Aurora Lento e primo referendario Giuseppe La Greca) i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell’Aiop, l’associazione delle cliniche private, presieduta da Barbara Cittadini e difesa da Carlo Comandé.
Il piano dell’assessorato regionale alla Salute interveniva pesantemente sui posti letto per malati acuti. Obiettivo, contenere la spesa e renderla più razionale, ma soprattutto – almeno stando alle motivazioni contenute nel decreto – rispettare una legge del 2012 che fissa a tre posti letto ogni mille abitanti il tetto massimo. Piccolo particolare: “Dai modellli trasmessi al ministero dalle aziende sanitarie ospedaliere pubbliche e dalle strutture private – annotano i giudici della terza sezione – risulterebbero 15.035 posti letto per acuti. È incontroverso fra le parti che a fronte di una popolazione regionale di circa 5 milioni di abitanti 15.035 posti letto rispettano il parametro”. Questione di divisioni.
Non c’è solo questo, però. Secondo le tesi dell’Aiop, già rivelate in primavera da LiveSicilia e adesso accolte dal Tar di Palermo, il taglio avrebbe colpito solo le cliniche private. “L’amministrazione regionale – ha annotato l’associazione – ha preso in considerazione i posti letto programmati per le strutture pubbliche (12.242) e non quelli attivati (10.708)”. Risultato: quello che sulla carta è un taglio, da 12.242 a 11.187, è in realtà un aumento dei posti letto pubblici. “Quelli delle strutture private – osserva l’Aiop – sono stati invece ridotti di 227 unità”. Il Tar è tranchant: “L’amministrazione – scrivono i magistrati – non ha previsto alcune riduzione dei posti letto per acuti relativamente alle strutture pubbliche”. Una decisione illegittima, visto che una legge del 2012 prevede che i tagli pesino almeno allo stesso modo su pubblico e privato.
Un pasticcio, insomma. Al quale si sta già cercando di porre rimedio: nella bozza di nuovo piano che la commissione Sanità dell’Assemblea regionale sta esaminando, infatti, si parla di una “carenza di posti letto per acuti”. “Visto che la Regione sta per esitare un nuovo atto di Programmazione chiamato a sostituire quello annullato dal Tar Sicilia – osserva Carlo Comandé – è giusto precisare che la Regione, in sede di esitazione del nuovo atto di Programmazione dei posti letto per acuti, non potrà non tenere conto di quanto deciso dal Tar Sicilia”. E Barbara Cittadini rilancia: “Auspico che la chiara interpretazione, fornita dal giudice amministrativo regionale, della normativa di riferimento possa costituire presupposto e base per la Programmazione della rete ospedaliera regionale, annunciata dall’assessorato della Salute affinché la stessa possa essere, finalmente, impostata su criteri corretti e legittimi”. La palla torna nel campo della Regione.


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