PALERMO – Le quattro originarie unità immobiliari sono diventate 118. I condomini esistevano solo sulla carta, in realtà erano stanze e mini appartamenti di un resort di lusso in costruzione a spese dello Stato.
Chi sono gli indagati
Secondo la Procura di Siracusa, la moltiplicazione delle unità abitative si deve ad una maxi truffa sul Superbonus 110 per cento. Sotto inchiesta sono finiti i coniugi Andrea Azzaro Insenga e Simona Bertoli, di 37 e 38 anni, titolari di una piccola società di promozione turistica.
Il resort a Calamosche
Sarebbero gli ideatori della speculazione edilizia bloccata dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale di Siracusa. Il resort di lusso – dal suggestivo nome “Ex stabilimento San Paolo della Croce” – si affaccia sulla splendida spiaggia di Calamosche, al confine fra Noto e Siracusa.
I pubblici ministeri hanno sequestrato la struttura e i crediti fiscali, di cui una parte già incassata, per un valore che supera di 13 milioni di euro.
Un piccolo rudere che vale oro
Nel 2020 marito e moglie comprano per dieci mila euro un piccolo rudere diroccato e l’annesso terreno agricolo. Poi registrano all’anagrafe tributaria due condomini (gli unici per i quali si può accedere al Superbonus che non è previsto per le imprese) di cui la donna è rappresentante, chiedono e ottengono il permesso per la ristrutturazione.
“Burocrazie e compiacenze”
Anche su questi passaggi burocratici sono in corso le verifiche dei finanzieri guidati dal comandante provinciale, il colonnello Lucio Vaccaro, che si fanno consegnare dall’Agenzia delle Entrate l’elenco dei crediti fiscali per un controllo. Fanno un sopralluogo e scoprono il nascente resort con tanto di ristorante e centro benessere.
I coniugi grazie alla compiacenza di alcuni professionisti, hanno frazionato in 118 unità abitative le quattro originarie. Uno stratagemma per ottenere il massimo risultato. La disciplina del Superbonus consente di poter usufruire di un ammontare massimo di 96 mila euro per singola unità immobiliare.
I finanzieri hanno sequestrato la struttura che vale 8 milioni di euro, crediti fiscali già concessi per 1,3 milioni di euro e altri per 3,5 milioni che il prossimo settembre sarebbero stati utilizzati in compensazione delle imposte dovute.
Quale destino attende la struttura? Potrebbe essere confiscata e venduta all’asta anche per pagare l’impresa che finora ha incassato poco più di un milione di euro.