Dopo appena un mese dall’arresto Giuseppe Di Maio, esponente della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù ha deciso di pentirsi e di iniziare a collaborare con lo Stato. Per l’uomo, neo collaborante, -così come riportato dal Giornale di Sicilia- sono immediatamente scattati i meccanismi di protezione che vengono garantiti a tutti i dissociati dall’organizzazione mafiosa: revoca del difensore, trasferimento di carcere e protezione per i familiari, i quali, già contrari all’affiliazione di Di Maio, hanno rifiutato misure di sicurezza e anzi si sono hanno pubblicamente preso le distanze da qualsiasi tipo di legame con Cosa Nostra. Il pentimento di Di Maio, genero del boss Lo Bocchiaro, uno dei padrini di maggior peso della zona, rappresenta, anche simbolicamente, uno smacco assai significativo per la famiglia di Santa Maria del Gesù, guidata fino al 1997 da Pietro Aglieri, dato che erano stati pochissimi i casi di dissociazione in questa famiglia considerata anzi tra le più compatte e impermeabili. Di Maio era finito in manette, lo scorso marzo, nell’ambito della vasta operazione antimafia condotta dalla squadra mobile di Palermo, in collaborazione con l’Fbi, e coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci. Quell’operazione, detta “Paesan Blues” aveva portato alla cattura dello stesso suocero del neo-pentito, Giuseppe Lo Bocchiaro, che era stato proprio colui che aveva convinto il marito della figlia a entrare a far parte dell’organizzazione di Cosa Nostra, nonostante il fermo parere negativo degli altri familiari. L’attività di Di Maio nell’ambito della famiglia mafiosa, era tutta incentrata- così come ricostruito a partire da numerose intercettazioni- sul business delle estorsioni perpetrate a danno di commercianti della zona di sua competenza.
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