PALERMO – Nuovo duello tra il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e il deputato Ismaele La Vardera. Ad accendere lo scontro l’intervento fatto dalla ex ‘Iena’ in merito al ddl Variazioni di bilancio.
Duello La Vardera-Galvagno
“Il governatore Schifani ci chiede di volare alto e di non preparare mance e mancette, ma è tutta una manfrina – è l’accusa di La Vardera -. Fa il moralista sul modo in cui spendere i fondi di questo ddl solo perché sa che non c’è il tempo di finanziare società e associazioni”. L’ex di Sud chiama Nord fa poi riferimento anche a “quanto accaduto in passato, nelle scorse leggi, quando sono stati presentati da alcuni deputati di maggioranza emendamenti a favore di associazioni che avevano domicilio in casa dei genitori”.
Il botta e risposta con Galvagno inizia proprio qui. Il presidente dell’Ars interrompe l’intervento del deputato: “Lei utilizza questo Parlamento come se fosse ancora in televisione, lei è tale e quale agli altri”.
La nomina in commissione Antimafia
A questo punto La Vardera chiede a cosa si riferiscano le parole di Galvagno. “Quando lei fu eletto vice presidente della commissione Antimafia era fuori dalla mia stanza a chiedere che fosse cambiato regolamento per lei – le parole del presidente dell’Ars -. Il regolamento prevede l’impossibilità per chi ha un giudizio pendente di ricoprire quel ruolo. Lei è tale e quale agli altri, lo racconti ai suoi follower”.
La vicenda è relativa a un rinvio a giudizio pendente su La Vardera a seguito di una denuncia per diffamazione. “Cosa ben diversa da un’accusa per estorsione“, chiarirà poco dopo il deputato. I toni, a quel punto, sono accesissimi. “Presidente lei mi sta interrompendo, non può farlo”, urla La Vardera ma Galvagno rincara la dose: “Lei non può fare populismo, né utilizzare questo banco come se fosse in tv. Siamo in Parlamento e non alle Iene”.
SCONTRO GALVAGNO-LA VARDERA, IL VIDEO
La Vardera: “Mi rivolgerò a Mattarella”
A pomeriggio inoltrato La Vardera diffonde una nota di fuoco. “Chiederò immediatamente un incontro con il presidente della Repubblica in difesa dei settemila elettori che mi hanno eletto democraticamente a rappresentarli in questo Parlamento – afferma -. Non è accettabile quello che continua a fare il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno nei miei confronti, appellandomi con epiteti ‘non siamo più in tv, sei un tiktoker’. Tutto questo astio perché ho denunciato in aula di aver scoperto che un deputato avrebbe dato dei soldi ad una associazione che ha sede a casa della madre. Apriti cielo, il presidente mi ha interrotto dicendo che non potevo fare lezioni di morale perché non ero credibile”.
E ancora: “Mi sarei aspettato un colpo di scena, una frase del tipo ‘onorevole ma di ciò che dice ne ha le prove?’ O al massimo un accusa nei miei confronti. Nulla di tutto ciò è accaduto. La mia credibilità, a suo dire, sarebbe lesa perché due anni fa per eleggermi vicepresidente della commissione io avrei chiesto di cambiare il regolamento in mio favore. Parlate con l’attuale presidente della commissione Antimafia, Antonello Cracolici, chiedete lui se io avrei chiesto di cambiare il regolamento o se è stato lui stesso a dire che non si poteva paragonare l’accusa di estorsione cui era rinviato a giudizio l’altro vicepresidente Gennuso, con il l’accusa di diffamazione reato che mi vede protagonista di diversi episodi, tutti archiviati, a causa del mio vecchio mestiere di inviato della trasmissione televisiva Le Iene”.
E infine: “Per zittire la mia denuncia gravissima il presidente mi ha interrotto violando la mia insindacabilità di deputato nell’esercizio delle mie funzioni, ma soprattutto è venuto meno nel suo ruolo di terzietà non spendendo una sola parola per la grave denuncia che ho fatto che, guarda caso, riguarda un deputato del suo stesso partito Fratelli d’Italia”.
La Vardera-Galvagno, il precedente
Non è la prima volta che La Vardera e Galvagno vanno allo scontro. L’ultimo risale al mese di aprile. Il duello nacque dalla comunicazione fatta da Galvagno in aula rispetto al decreto firmato dal governatore Renato Schifani che faceva cessare la carica di vice presidente della Regione e assessore all’Agricoltura per Luca Sammartino, coinvolto nell’inchiesta ‘Pandora’ della Procura di Catania con l’accusa di corruzione aggravata.