Ok allo statuto delle Partecipate |In Consiglio arriva l'"accordicchio" - Live Sicilia

Ok allo statuto delle Partecipate |In Consiglio arriva l'”accordicchio”

Il nuovo statuto approvato con voti dell'opposizione. L'Amap potrà imbottigliare l'acqua.

PALERMO – Imbottigliamento dell’acqua e nomine dei direttori generali cambiano gli equilibri in consiglio comunale. Il rinnovo degli statuti delle società partecipate, votato da Sala delle Lapidi a notte fonda, ha spaccato la maggioranza ed è stato approvato solo grazie ai voti dell’opposizione. Per Giusto Catania, capogruppo di Sinistra comune, “una delibera nata grazie a un accordicchio”.

Un cambio di prospettiva che arriva sul terreno dell’adeguamento degli statuti delle Partecipate, necessario per adeguare i regolamenti di ogni società alle normative vigenti. E proprio sul carattere pubblico delle aziende e dei servizi erogati, un cavallo di battaglia dell’amministrazione Orlando fin dalla campagna elettorale dell’anno scorso, si è consumata una delle divisioni più pesanti nella coalizione del sindaco. Il testo della delibera presentato ieri in aula, infatti, dava sostanzialmente il via libera ad Amap, la società che gestisce l’approvvigionamento idrico nell’ambito territoriale di Palermo, di imbottigliare e commercializzare l’acqua della sorgente di Scillato. La proposta era stata avanzata qualche giorno fa dalla stessa presidente di Amap Maria Prestigiacomo, ma aveva ricevuto pareri negativi da parte di forze politiche diverse, come Sinistra comune e i Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli che avevano annunciato battaglia in consiglio comunale.

Ed è stato l’emendamento presentato dagli uomini di Giusto Catania, che chiedevano l’eliminazione dallo statuto di Amap della possibilità di commercializzare l’acqua pubblica, a causare la spaccatura della maggioranza, con i consiglieri di Partito democratico, Palermo 2022, Mov 139, Sicilia Futura e Democratici e Popolari che si sono detti favorevoli alla proposta di Prestigiacomo. Accanto a Sinistra comune i consiglieri di Movimento Cinque Stelle e i Coraggiosi. I quali però, con l’aggiunta di Forza Italia, si sono uniti alla maggioranza in un altro frangente, per fare approvare una regola che dà priorità al personale interno delle aziende nella selezione dei direttori generali. Anche in questo caso si è verificata una divisione tra diverse anime della maggioranza, con Sinistra comune che si è detta contraria alla priorità data alla selezione interna. Alla fine, comunque, la delibera sull’acqua è cambiata.

Fatta eccezione per questi due casi, l’approvazione dello statuto è avvenuta grazie ai voti sia dell’opposizione che della maggioranza, inclusa Sinistra Comune. Un passaggio che però lascia insoddisfatto Catania: “Nel merito la delibera tutela il carattere pubblico delle aziende, cosa importante per noi, e anche la pubblicità dei servizi – dice il capogruppo di Sinistra comune – ma è viziata da qualche elemento di contraddizione, in questa logica di ‘accordicchi’ tra un pezzo di maggioranza e di opposizione. Penso sia un errore anche questo emendamento sui direttori generali, in cui di fatto si impone alle aziende di nominare un direttore interno, così come penso che sia stato un grave errore non vincolare l’imbottigliamento di acqua”.

Di “abbandono della gestione della città” parla Fabrizio Ferrandelli: “In aula non c’era nessuno dell’amministrazione, questo dà il senso di un abbandono e di un comportamento pilatesco. A questo noi abbiamo risposto con serietà, perché la modifica approvata ieri è richiesta dalla legge e permette alle aziende di funzionare. La cosa che ci ha turbati – prosegue Ferrandelli – è che c’è stato uno spaccamento nella maggioranza, di cui diversi consiglieri ci hanno impedito di sopprimere la possibilità di imbottigliare l’acqua. Noi ci siamo imposti, nella votazione di minoranza, per la figura dei direttori generali, e in generale abbiamo dimostrato che senza di noi non si sarebbe potuto votare quest’atto, per le spaccature della maggioranza. Manca la governance, e se i lavori vanno avanti è grazie a noi”.

Diversa l’interpretazione data dalla maggioranza. In un comunicato congiunto i capogruppo del Pd Dario Chinnici, di Palermo 2022, Tony Sala, di Sicilia Futura Gianluca Inzerillo, di Mov 139 Sandro Terrani e di Democratici e Popolari Francesco Scarpinato sottolineano il “grande senso di responsabilità” del consiglio comunale e ringraziano “sia i consiglieri di maggioranza sia quelli di opposizione che hanno lavorato in un clima sereno e responsabile per il bene della città. Con la scelta operata in consiglio – concludono i capigruppo – riteniamo che l’Amap rimarrà un vero baluardo alla privatizzazione e mercificazione dell’acqua”. Della possibilità per Amap di commercializzare l’acqua parla anche il sindaco Leoluca Orlando, secondo cui “tutta la vicenda sembra la classica tempesta in un bicchiere d’acqua, perché tale previsione era già prevista dallo Statuto, ma è evidente che qualsiasi ulteriore passo può avvenire solo in condivisione con il Comune di Palermo che, nel confermare la propria scelta politica in materia, fissa come strategia irrinunciabile, seguita sempre in questi anni, il principio dell’acqua come bene comune e pubblico e non oggetto di commercializzazione”.


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