BARCELLONA POZZO DI GOTTO – C’è un quartiere controllato da una “sottomafia” e c’è una frequentazione tra le due vittime, a indirizzare le indagini della Squadra Mobile, coordinate dall Dda, sul possibile collegamento tra l’omicidio di Giovanni Isgrò e quello di Giovanni Perdichizzi. Il primo assassinato l’1 dicembre scorso; il secondo assassinato l’1 gennaio. Entrambi a Barcellona. Potrebbe essere stata la stessa mano a freddare i due. Per stabilirlo si attende l’esito dell’esame balistico sui proiettili che hanno ucciso il 22enne incensurato e il 41enne in ascesa criminale. Dovesse risultare corrispondenza di arma, il cerchio è chiuso: le esecuzioni di Isgrò e Perdichizzi sono collegate.
Infine c’è anche la zona in cui sono avvenuti gli agguati mortali. Per entrambi quella sotto il controllo di un sottogruppo criminale, quello di San Giovanni, capeggiato da Ottavio Imbesi, cugino di Perdichizzi, gruppo al quale la seconda vittima era ritenuta affiliata ed in corsa per un “posto al sole” ai vertici mafiosi.
E ancora, le indagini della Squadra Mobile hanno accertato che le due vittime si conosceevano bene. Tra loro amicizia o interessi comuni. Tra loro qualcosa che ha scatenato decisioni dall’alto del ghota mafioso. Dovevano morire.