MESSINA – La Procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio un operatore ecologico di 34 anni di Cesarò (Me), un allevatore di 42 anni di San Teodoro (Me), un bracciante agricolo di 39 anni di Cesarò ed un altro bracciante agricolo di 41 anni di San Teodoro. Sono indagati per l’omicidio avvenuto lo scorso 7 luglio di Giuseppe Conti Taguali, macellaio ed allevatore di 54 anni, ucciso con diversi colpi di fucile a pallettoni mentre si trovava sulla sua Fiat Punto in contrada Pulcino, a Cesarò (Me).
Un agguato in piena regola che non aveva lasciato scampo all’uomo, nativo di Bronte ma residente a San Teodoro, che quella notte fu raggiunto da diversi proiettili mortali. Conti Taguali sarebbe parente di Marco e Gianfranco Conti Taguali, entrambi esponenti della cosca della famiglia di Bronte collegata ai Santapaola-Ercolano di Catania, ed entrambi condannati nel 2011 con l’accusa di aver partecipato all’omicidio di Bruno Sanfilippo Pulici, l’allevatore che la sera del 3 giugno 2002 fu raggiunto da colpi di lupara in contrada Vallonazzo, a Cesarò, e poi morì il giorno successivo all’ospedale Cannizzaro di Catania. Dall’11 gennaio 2011, giorno in cui la Corte d’Assise d’Appello di Catania si pronunciò per la loro condanna, i due si diedero alla latitanza per diversi mesi. Marco fu arrestato un anno dopo, il 29 gennaio 2011, sull’autostrada Siracusa-Catania dalla Polstrada di Lentini. Gianfranco, invece, fu rintracciato nelle campagne di Caltagirone dopo 26 mesi di latitanza favorita da Aurelio Faranda, proprietario di una masseria della zona e ritenuto un affiliato del clan Bontempo Scavo di Tortorici.