PALERMO – Il pm Francesca Mazzocco ha chiesto la condanna all’ergastolo per Filippo Casamento accusato dell’omicidio di Antonino Inzerillo, mentre per il pentito Rosario Naimo, che usufruisce dei benefici dei collaboratori di giustizia, il magistrato ha chiesto di non procedere per prescrizione. Per l’omicidio di Pietro Inzerillo, invece, il pm ha chiesto alla corte d’assise di Palermo l’assoluzione per entrambi gli imputati. Le vittime furono uccise negli Stati Uniti tra il 1981 e il 1982. Pietro e Antonino Inzerillo sono parenti del capomafia Salvatore, appartenente alla cosca dei cosiddetti perdenti, uccisi o costretti a lasciare la Sicilia dai corleonesi di Totò Riina. Proprio per “graziare” gli scappati sarebbe stata richiesta dalla mafia siciliana la testa di Antonino Inzerillo. Pietro Inzerillo fu trovato nel portabagagli di una macchina nel New Jersey. Antonino Inzerillo, invece, fu fatto sparire col metodo della lupara bianca. I retroscena del delitto sono stati raccontati da Naimo che nell’ottobre del 2010 ebbe un malore per strada. Un’emorragia a un occhio. Lo soccorsero alcuni finanzieri che scoprirono che l’uomo era latitante dal 1995 perché condannato a 19 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Poco dopo Naimo si pentì. Il processo è stato rinviato al 19 febbraio. Il 10 marzo sarà pronunciata la sentenza.
Il pm Francesca Mazzocco ha chiesto la condanna all'ergastolo per Filippo Casamento accusato dell'omicidio di Antonino Inzerillo, mentre per il pentito Rosario Naimo, che usufruisce dei benefici dei collaboratori di giustizia, il magistrato ha chiesto di non procedere per prescrizione.
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