La tesi di “fuoco amico” della difesa da “escludere” così come “i risultati dei carabinieri del Ris di Parma”; il decesso di Filippo Raciti “non avvenne subito” dopo essere stato colpito ed è “compatibile con il lancio del sottolavello”. Sono gli esiti della nuova perizia disposta dalla Corte d’assise e dal Tribunale per i minorenni di Catania per la morte dell’ispettore di polizia avvenuta il 2 febbraio del 2007 per le ferite riportate negli scontri con ultrà etnei dentro e fuori lo stadio Angelo Massimino durante il derby con il Palermo. Il documento è stato depositato agli atti del processo per omicidio volontario a Antonino Speziale, che si svolge davanti il Tribunale per i minorenni perché all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne. La perizia era stata disposta, e affidata agli stessi esperti, anche dalla Corte d’assise davanti la quale si celebra il processo, con le identiche accuse, a Angelo Daniele Micale. I due sono accusati di avere ferito Raciti usando a mò di ariete un sottolavello in lamierino. Gli imputati, che si sono riconosciuti nei filmati che li riprendono durante gli scontri, hanno sempre sostenuto di averlo lanciato in aria. L’esame dei periti in aula si terrà il prossimo 13 gennaio nell’aula bunker del carcere di Bicocca.
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