Omicidio Taormina, Maranzano resta in carcere

“Totale disprezzo per la vita umana”, Maranzano resta in carcere

Moglie e figlia trasferiti in una comunità

PALERMO – Resta in carcere Gaetano Maranzano, il ventottenne dello Zen reo confesso dell’omicidio di Paolo Taormina, ucciso sabato scorso con un colpo di pistola alla nuca nel pub che gestiva con la famiglia in via Spinuzza.

La moglie e la figlia di Maranzano intanto sono state trasferite d’urgenza in una comunità lontano dalla Sicilia per tutelare la bambina. Il provvedimento è stato disposto dalla procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna.

“Azione violenta e dimostrativa”

Il giudice per le indagini preliminari Emanuele Bencivinni scrive nella convalida che “un’azione così violenta, dimostrativa, di totale disprezzo per la vita umana induce inevitabilmente a ritenere l’indagato incline a reiterare reati della stessa indole e con mezzi di violenza personale”.

Il gip non ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri domenica, non ravvisando il pericolo di fuga, ma, accogliendo l’istanza della Procura coordinata da Maurizio de Lucia, ha disposto nei confronti del giovane la custodia cautelare in carcere. L’accusa è omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

“Indole priva di autocontrollo”

Maranzano viene descritto come dotato di “un’indole priva di quelle minime doti di autocontrollo che le misure alternative al carcere implicano”.

L’assassino ha spiegato che Taormina era uscito dal locale per sedare una lite: “Visto che lui mi voleva far fare male figura, gli ho detto non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te. Lui se n’è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Dopo pochi minuti di colluttazione gli ho sparato”.

La lite prima del delitto

Una testimone racconta: “Stavano litigando un signore sui trent’anni con un’altra persona che non conosco né sono riuscita a vedere. Non conosco il motivo della lite”. Taormina “era uscito dal locale per mettere la buona dicendo ‘non vi litigate’. La vittima della lite iniziale poi se n’è andata e questo signore sui trent’anni, mentre l’aggredito se ne stava andando ed era riuscito a nascondersi dietro le macchine parcheggiate in piazza, ha uscito la pistola. Io l’ho vista. Era piccola quanto le mie dita e nera”.

Dubbi sulla pistola

Nella decisione il gip solleva il dubbio che l’arma consegnata dall’indagato al momento dell’arresto sia quella usata per l’omicidio.

“L’arma del delitto, verosimilmente, non è stata ancora rinvenuta (i testimoni la descrivono come diversa da quella consegnata spontaneamente dall’indagato ndr) e Maranzano – prosegue il giudice Emanuele Bencivinni – se lasciato in libertà, sicuramente si adopererebbe ulteriormente, in prima persona o per mezzo di terzi per renderne ancora più difficile il ritrovamento”.

Il movente

Il movente, stando al racconto dell’assassino, sarebbe riconducibile agli apprezzamenti che Taormina avrebbe fatto alla moglie di Maranzano sui social network quattro mesi fa. Resta però il sospetto, su cui ancora i carabinieri indagano, che si sia trattato di un agguato: “Maranzano in un primo momento riferiva di non aver fatto accesso al locale, nemmeno per l’acquisto delle bevande alcoliche dallo stesso consumate; successivamente, invece, affermava di essere entrato all’interno del predetto locale per due volte al fine di usufruire dei servizi igienici e di aver visto e riconosciuto, in entrambe le occasioni, il Taormina”. (Qui il verbale integrale della confessione).

C’è un “elevato pericolo che l’indagato possa influenzare e orientare le dichiarazioni delle persone informate sui fatti, al fine di evitare l’accertamento sugli aspetti che ancora si presentano lacunosi”.

Tutelare la figlia

Parallelamente si è mossa la Procura minorile per tutelare la figlia di Maranzano fotografa nei post social con le stesse pacchiane collane d’oro con ciondoli a forma di pistola che il padre indossava al momento dell’omicidio. L’uomo rischia di perdere la potestà genitoriale.

A casa Maranzano, in via Nino Geraci, nel rione Cep (la famiglia Maranzano da sempre vive allo Zen e da lì l’assassino è partito per andare al pub la notte del delitto) è stata anche recuperata la pistola.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI