PALERMO – Vive sotto scorta dopo aver scoperto, denunciato e revocato tre appalti sovrastimati facendo risparmiare alle casse pubbliche oltre 50 milioni di euro, è in prima linea sul fronte migranti e ha fatto dell’Asp di Palermo un modello per il resto d’Italia, con iniziative itineranti che consentono anche a chi vive più lontano dal capoluogo di prevenire malattie e curarle. Un impegno che gli è valso una medaglia d’argento al merito per la sanità pubblica consegnata direttamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso di una cerimonia al ministero della Salute. Stiamo parlando di Antonio Candela, il direttore generale dell’Asp di Palermo che, tra le altre cose, ha portato l’azienda sanitaria di via Cusmano nell’era di Internet informatizzando diverse procedure per i pazienti come l’esenzione ticket, la prenotazione delle visite specialistiche e i referti di diversi esami strumentali e diagnostici.
Direttore, lei è stato premiato dal Capo dello Stato per il suo impegno all’Asp di Palermo che le è costato però anche qualche sacrificio sul piano strettamente personale, come vivere sotto scorta. Come coniuga il suo impegno professionale e la sua vita privata, con l’obbligo di una tutela continua?
“Non ho mai voluto parlare della mia scorta perché penso che sia un aspetto della mia vita privata che non può e non deve in alcun modo influenzare l’attività di amministratore di un’azienda complessa com’è l’Asp di Palermo. Alla gente non interessa la mia vita privata, interessa se può fare una visita entro termini ragionevoli o se in un ospedale, soprattutto, di provincia trova reparti e professionisti in grado di soddisfare i propri bisogni di salute”.
Quali sono state le motivazioni di un tale riconoscimento che solo 433 italiani in oltre un secolo e mezzo possono vantare?
“Sono onorato del premio ricevuto dalle mani del Capo dello Stato. La motivazione l’ho appresa il giorno della consegna della benemerenza alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. E’ stato riconosciuto l’impegno nella lotta al malaffare e agli sprechi, ma anche il potenziamento dell’assistenza sanitaria in un posto di frontiera come Lampedusa con l’istituzione, per la prima volta, di un ambulatorio permanente materno-infantile. Prima la ginecologa si recava nell’Isola tre volte a settimana, adesso ginecologhe e pediatri stanno in pianta stabile nel nostro Poliambulatorio di Contrada Grecale. Una bella svolta per chi vive dodici mesi all’anno nella più grande delle Pelagie e con i problemi logistici che ne derivano. Questo riconoscimento prestigioso è uno stimolo in più per portare avanti il nostro lavoro seguendo il faro della legalità”.
Col senno di poi, rifarebbe le stesse scelte che l’hanno portata a rischiare la sua incolumità a tal punto da rendersi necessaria una vita sotto tutela?
“Certo che rifarei le stesse scelte. Ogni volta che ho preso una decisione l’ho sempre assunta nell’interesse della gente. Avere ad esempio risparmiato 50 milioni di euro di soldi pubblici, dei cittadini, non è stata una semplice operazione di cassa, ma un risultato che ha consentito di potenziare realmente e concretamente ambulatori ed ospedali con un evidente vantaggio per la gente. Ma siamo realisti e sappiamo che c’è tanto ancora da fare per migliorare l’assistenza”.
Anche Palermo è alle prese con continui sbarchi di migranti al porto e l’Asp è impegnata in prima linea su questo fronte. In cosa consiste il vostro impegno?
“Il nostro impegno è inserito nell’ambito di un’organizzazione curata in ogni minimo particolare dal Prefetto e che vede le forze dell’ordine in prima linea nell’affrontare tutti gli aspetti degli sbarchi. Grande è anche il contributo dell’Usmaf (uffici di sanità marittima del Ministero della Salute, ndr), della Croce Rossa Italiana, del 118, della Protezione Civile, della Caritas, di Save the children e di tutte le associazioni presenti sempre in banchina. Noi assistiamo i migranti sia al porto di Palermo sia a Lampedusa. Siamo la prima azienda sanitaria d’Italia per numero di migranti visitati in occasione degli sbarchi. E non si tratta di visite superficiali, ma di controlli accurati ed anche di cure e stabilizzazioni effettuate all’interno delle tende montate al porto. Nell’ultimo sbarco di poco più di mille profughi di pochi giorni fa, sono lo 0.6% dei migranti è stato trasportato nei Pronto Soccorso cittadini a conferma del grande intervento corale che viene fatto in banchina. Alla gente diciamo con chiarezza che i migranti non portano malattie. E lo diciamo con cognizione di causa, perché visitiamo tutti con grande impegno e scrupolo. Dall’inizio dell’anno ad oggi gli operatori dell’Asp hanno visitato complessivamente 25.712 migranti, mentre nell’intero 2015 ne erano stati visitati 32.616”.
L’iniziativa Asp in piazza che ha portato i camper della prevenzione dell’Asp nei più periferici comuni della provincia si è rivelata un grande successo, che adesso anche in altre parti d’Italia si vorrebbe ripetere. Quali risultati avete ottenuto? Qual è la chiave del successo?
“A gennaio del 2014, quando pensammo di organizzare per la prima volta una iniziativa sulla prevenzione in piazza (l’11 settembre a Partinico, ndr), ci eravamo posti l’obiettivo di avvicinare la sanità al cittadino. Due anni dopo la gente ci aspetta nelle piazze e conosce perfettamente cosa “offriamo” e quali sono le nostre prestazioni. Ma il vero grande obiettivo è di avere salvato tante vite umane. Nel 2014 e nel 2015 sono stati complessivamente 19 i tumori al seno diagnosticati in piazza in una fase asintomatica. Siamo riusciti a salvare 19 donne che, probabilmente, avrebbero scoperto di avere il tumore quando non c’era più nulla da fare. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di aumentare ancor di più l’impegno nel 2016: finora sono state 19 le tappe di “Asp in Piazza” organizzate in tutta la provincia effettuando complessivamente 24.691 prestazioni. Quest’anno sono 9 i tumori al seno diagnosticati precocemente, 15 i positivi al pap test (esame per prevenzione del tumore al collo dell’utero, ndr) e 6 al sof test (prevenzione del tumore al colon-retto, ndr). Chiaramente non ci fermiamo: l’8 novembre saremo a Petralia Soprana e il 17 novembre a Chiusa Sclafani. Considerata la stagione, in queste due tappe faremo anche la vaccinazione antinfluenzale”.
Ci sono altre novità in vista nell’attività dell’Asp di Palermo?
“Non mi piace parlare di programmi a lunga scadenza. Sono convinto che la gente voglia sapere cosa faremo tra qualche giorno e non tra un anno. All’Ospedale “Dei Bianchi” di Corleone”, dopo le due nuove sale parto in funzione dal 30 settembre scorso, la prossima settimana attiveremo la nuova area di radiodiagnatisca, mentre il 30 novembre è prevista l’apertura del nuovo Pronto Soccorso ed il 30 dicembre la consegna di tutte le strutture del “Nuovo” braccio dell’ospedale. A metà novembre, attiveremo, invece, all’Ospedale “Cimino” di Termini Imerese la nuova Area di Emergenza realizzata secondo criteri moderni che riescono a coniugare comfort ed efficienza”.
Cosa ne pensa della riorganizzazione della rete ospedaliera e delle possibili assunzioni annunciate più volte dal governo ma che ancora non vedono il traguardo?
“Non appena avremo il via libera da parte del governo, potremo subito immettere in servizio 174 tra medici ed infermieri di concorso già espletati. Restiamo in fiduciosa attesa”.