Onorevole, perché si arrabbia? - Live Sicilia

Onorevole, perché si arrabbia?

Lettera ad Antonello Cracolici
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2 min di lettura

L’onorevole Antonello Cracolici è sempre stato impeccabilmente corretto con Livesicilia, è una circostanza che gli rende onore e lo qualifica positivamente in un mondo di capetti e ducetti. Lo abbiamo criticato aspramente (anche il segretario del Pd Giuseppe Lupo merita lo stesso elogio) in piena coscienza, mettendo sul piatto le nostre opinioni,  e lui ha continuato a rispondere alle nostre domande, non lesinando interviste, ben sapendo che avrebbe ricevuto soprattutto commenti acidi dai nostri lettori. Si fa così. E’ l’atteggiamento di chi ha rispetto per la funzione della stampa libera e accetta il gioco democratico della critica come un elemento irrinunciabile e virtuoso del sistema. Dunque, il discorso non vale per noi che da questo punto di vista non possiamo che esprimere stima, speriamo reciproca.

Il discorso, dunque,  è generale. Perché lo stesso impeccabile Antonello Cracolici rilascia poi dichiarazioni, spesso via web, che non corrispondono al suo stile? L’ultimo esempio: “Insomma, certa stampa sente di doverci dire ‘ciò che è giusto’, crede di essere chiamata alla missione di esercitare quella funzione che altri soggetti non sarebbero in grado di svolgere. Tutto questo va bene, fino a quando c’è il rispetto dei ruoli. Perché i giornalisti sono giornalisti, ma le scelte dentro un partito, nel bene e nel male, le fanno i dirigenti che naturalmente se ne assumono la responsabilità. Perché altrimenti possono subentrare degenerazioni, possono esserci pericolose confusioni di ruolo (…)  Ecco perché alcuni giorni fa ho parlato di ‘manganelli mediatici’: mi riferivo proprio al tentativo di indirizzare, guidare o addirittura decidere la linea politica del Pd siciliano.”

Caro onorevole, dire ciò che le sembra giusto o sbagliato – tenendo presente la propria fallibilità – è proprio il compito della stampa indipendente. Che ha il diritto-dovere di raccontare le cronache della politica e ha anche il dovere-diritto di esprimere lealmente pareri argomentati al cospetto dell’opinione pubblica, separando le prime dagli ultimi. Nessuna invasione, nessuna illecita intrusione, nessuna supplenza, ma solo l’esercizio di una prerogativa di sorveglianza civile che è esattamente il luogo e il compito dei giornalisti senza padrone. Poi, francamente, non si vede come potremmo influenzare le scelte di un grande partito come il Pd. Non siamo così forti. O forse siete voi che vi sentite deboli?

Cordialmente


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