Dall’ispezione sulla Open Arms, disposta dalla Procura di Agrigento, non sarebbero emerse particolari criticità igienico-sanitarie da far scattare l’emergenza. La nave della Ong spagnola rimane alla fonda di Lampedusa, di fronte Cala Francese.
Intanto, hanno trascorso la loro prima notte sulla terraferma nell’hotspot di Lampedusa, dopo 16 giorni vissuti sul ponte della Open Arms, i 27 ragazzi fatti sbarcare ieri in quanto minori non accompagnati. Il trasbordo dei 27 è avvenuto su due motovedette, della Guardia costiera e della Gdf. Otto di loro però, come ha reso noto ieri sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini, hanno poi dichiarato di essere maggiorenni. Il più piccolo del gruppo avrebbe 14 anni, gli altri tra i 16 e i 17 anni. Secondo il responsabile del poliambulatorio dell’isola, Francesco Cascio, le loro condizioni sono buone. “Tant’è – spiega – che all’arrivo in banchina sono stati visitati dallo staff medico e non avendo alcuna patologia” sono stati condotti direttamente nell’hotspot.
L’impasse s’è sbloccata dopo il duro botta e risposta tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Salvini. “Vedremo gli altri… Dopo i ‘malati immaginari’, ecco i ‘minorenni immaginari’! Mentre altri cedono, io non cambio idea”, ha twittato il ministro dell’Interno.
Sulla nave i naufraghi rimasti sono 107. Intanto, il governo spagnolo ha fornito un porto alla nave della ong Open Arms. Si tratta di Algeciras. “Non abbiamo rifiutato l’offerta della Spagna, solo fatto presente che dopo 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo non siamo in grado di affrontare 7 giorni di mare”, ha spiegato la Ong a proposito dell’offerta di un porto sicuro in Spagna. Immediate le parole del ministro Salvini: “La Ong spagnola rifiuta il porto offerto dalla Spagna – ha scritto su Twitter – Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa”. Anche la Francia si è detta pronta ad accogliere 40 migranti della Open Arms, riporta un tweet della France Presse.
Cinque naufraghi, con addosso giubbotti-salvagente, si sono gettati dalla Open Arms tentando di raggiungere a nuoto la costa di Lampedusa. Per evitare il peggio alcuni volontari della Ong si sono tuffati e hanno riportato i migranti sulla nave. A bordo scene di panico, con le donne in lacrime. Per il fondatore della Ong, Oscar Camps, la “situazione è insostenibile”.
“Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro”. Lo dice la Open Arms riferendosi alla possibilità di uno sbarco a Maiorca, in Spagna.
“Che la Spagna e l’Italia si assumano finalmente la responsabilità di fornire assistenza e un porto sicuro alle 107 persone a bordo della nostra nave” sottolinea la ong in una lunga nota in cui ricostruisce tutta la vicenda. “Ora, dopo 18 giorni di stallo, Italia e Spagna sembrano finalmente aver trovato un accordo, individuando Maiorca come porto di sbarco, decisione che ci appare del tutto incomprensibile – sottolinea la ong -. Con la nostra imbarcazione a 800 metri dalle coste di Lampedusa, gli stati europei stanno chiedendo a una piccola ong come la nostra, di affrontare 590 miglia e 3 giorni di navigazione, in condizioni metereologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate a bordo e 19 volontari e volontarie molto provati che da più di 24 giorni provano a garantire quei diritti che l’Europa nega”. Di qui la richiesta a Italia e Spagna “di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro”. “E’ urgente porre fine subito a questa situazione disumana inaccettabile – conclude Open Arms – che le persone che abbiamo salvato in mare sono costrette a vivere”.
“Rivolgiamo un appello agli Stati membri e alle Ong a collaborare per trovare una soluzione che funzioni e che permetta uno sbarco immediato delle persone a bordo” della Open Arms. Così la portavoce dell’Esecutivo comunitario Natasha Bertaud ricordando tuttavia che la “Commissione europea non ha competenza sui porti di sbarco”. La portavoce ha inoltre spiegato che il commissario Dimitris Avramopoulos nei suoi contatti con gli Stati membri degli ultimi giorni ha sollevato anche la questione della Ocean Viking.
(ANSA).