AGRIGENTO – La Corte di Cassazione ha confermato le condanne nei confronti di dodici esponenti della cosche mafiose dell’agrigentino coinvolti nello stralcio abbreviato della maxi operazione “Icaro” che nel 2015 ha sgominato la riorganizzazione di alcune famiglie mafiose dell’agrigentino. Confermate, dunque, le pesanti condanne per alcuni “pezzi da novanta” della mafia agrigentina: 14 anni nei confronti di Pietro Campo, 68enne di Santa Margherita Belice, considerato per anni il numero due della provincia agrigentina secondo solo al “professore” Leo Sutera, fedelissimo del superlatitante Matteo Messina Denaro; 14 anni e 8 mesi nei confronti di Antonino Iacono, alias “u giardinisi”, ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Agrigento; per Francesco Messina, cugino del padre del boss Gerlandino Messina, confermata la condanna a 14 anni e 8 mesi perché ritenuto il nuovo capo della cosca di Porto Empedocle.
Confermate anche altre nove condanne per gregari e associati delle famiglie mafiose di Santa Margherita Belice, Cianciana, Porto Empedocle e Sambuca: si tratta di Francesco Capizzi inteso «il milanese», 51 anni, di Porto Empedocle (10 anni); Francesco Tarantino inteso “Paolo”, 31 anni, di Agrigento (10 anni); Mauro Capizzi, 49 anni, di Ribera (10 anni e 8 mesi); Santo Interrante, 36 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni); Giacomo La Sala, 49 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni e 4 mesi); Rocco D’Aloisio, 48 anni, di Sambuca di Sicilia (10 anni); Tommaso Baroncelli, 42 anni, di Santa Margherita Belice (8 anni e 8 mesi), Giuseppe Lo Pilato, 49 anni di Giardina Gallotti (9 anni), e Diego Grassadonia, 56 anni di Cianciana (9 anni). Confermata l’assoluzione, unica nel procedimento, di Leonardo Marrella, 43 anni di Montallegro. Per quest’ultimo il procuratore generale aveva chiesto la condanna a otto anni di reclusione.
Nell’inchiesta era coinvolto anche Emanuele Riggio, originario di Monreale, nel frattempo deceduto. Nel filone ordinario sono coinvolte altre nove persone nell’ambito della stessa inchiesta, tutte condannate in Appello: si tratta di Vincenzo Marrella, Antonino Abate, Stefano Marrella, Vincenzo Marrella, Francesco Tortorici, Antonino Grimaldi, Carmelo Bruno, Roberto Carobene e Gaspare Nilo Secolonovo. Il collegio delle difese, tra gli altri, è composto dagli avvocati Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Giovanni Castronovo, Santo Lucia.