Operazione Sipario, Sunia: “Non oscuriamo il problema più grave" - Live Sicilia

Operazione Sipario, Sunia: “Non oscuriamo il problema più grave”

La segretaria Milazzo accende i riflettori sulla questione degli alloggi.
LA NOTA
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Operazione Sipario: interviene il Sunia. “I comportamenti compiacenti con la criminalità mafiosa emersi dall’operazione “Sipario” da parte di alcuni impiegati del settore pubblico, non dovranno mettere in discussione il difficile lavoro che tanti dipendenti portano avanti nonostante la forte carenza di personale e il disinteresse istituzionale. Ma soprattutto non dovranno oscurare il vero problema delle amministrazioni pubbliche e cioè affrontare il fatto che sul settore degli alloggi pubblici si riversi ancora il peso della malapolitica e l’interesse della criminalità mafiosa che in questa fase si è ulteriormente acuito”. 
Lo segnala la segretaria provinciale del Sunia di Catania, Giusi Milazzo, che chiede agli amministratori e alle forze sociali della città di riflettere su un dato importante:  a fronte degli indebitamenti di certo  aumentati a causa della crisi economica, la criminalità  catanese usa chiedere in pegno le case.

“La casa popolare, di proprietà del Comune o dello Iacp, ha dunque un valore di scambio importante e la criminalità tiene attivo un mercato illegale dell’affitto, dell’acquisto e della vendita  delle case pubbliche, tanto più che spesso gli assegnatari delle case di ERP  sono costretti a vivere nel degrado. – continua Milazzo- Si crea così un circolo vizioso che non è facile spezzare. In assenza di un controllo puntuale degli enti gestori, in contesti deprivati di servizi, dove la qualità della vita non è per nulla garantita, la criminalità  assume ruoli di assistenza anche economica”.

Per il Sunia di Catania non serve raccontare le periferie o auspicare la riqualificazione se non si riesce a immaginare un progetto coordinato e compiuto. “Occuparsi di periferie e arginare l’influenza della criminalità significa invece fare scelte che annullino la marginalità e l’isolamento in cui sono costretti a vivere migliaia di donne e uomini. – aggiunge la segretaria del Sunia-Pensiamo che non serva nuova edilizia popolare in zone già dense di residenze, bensì  servizi, un controllo dello Stato sul territorio attraverso i presidi pubblici quali scuole, centri sociali, spazi culturali, biblioteche e altro ancora. Serve invece che si utilizzino le tante opportunità di finanziamento che esistono ( detrazioni 110%,  fondi per la rigenerazione urbana, ecc…) per avviare un opera di riqualificazione ampia degli immobili di ERP abbandonati al degrado,  servono spazi verdi funzionali e attrezzati, serve un progetto per  le migliaia di ragazzi che in questi quartieri vivono”.


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