Opere d'arte e call center |Ars, dove non osano i tagli - Live Sicilia

Opere d’arte e call center |Ars, dove non osano i tagli

Nel bilancio delle sforbiciate, Palazzo dei Normanni ha conservato alcune voci curiose: dai soldi per acquistare quadri e sculture a quelli per le sedi decentrate, ecco cosa è rimasto in piedi.

Costi della politica
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PALERMO – Toglietegli tutto, ma non le opere d’arte. Nell’anno dei tagli, il Parlamento regionale lascia nel suo bilancio interno molte voci di spesa curiose, dai mega-stanziamenti per i servizi di ristoro a quelli, in aumento, per gli affitti di sedi secondarie, ma senza tralasciare una voce che enorme non lo è, ma singolare di certo: nel bilancio dell’Ars, pur “asciugato” di oltre il 6% rispetto all’anno scorso, trova posto anche la previsione di spendere 40 mila euro per l’acquisto di opere d’arte. Non per la manutenzione di quelle già esistenti, per la quale si investono 80 mila euro all’anno, ma proprio per l’acquisto di nuovi quadri o sculture con le quali decorare i già ricchi saloni di Palazzo dei Normanni. In barba alla crisi.
Per il presidente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, però, non c’è niente di male. “Le opere d’arte – assicura il numero 1 di Sala d’Ercole – rappresentano un patrimonio per tutti. Se si presentasse un’occasione sarebbe un peccato perderla”. Secondo il presidente dell’Ars, però, quei soldi rimarranno solo una voce sulla carta: “Se mi chiede se li spenderemo – assicura Ardizzone – le dico con certezza che no, non abbiamo intenzione di acquistare opere”. Certo è che lo stanziamento si ripete anche nella programmazione triennale: 40 mila euro all’anno fino al 2015. Con l’impegno di non utilizzarli, ma con la certezza di averli.
Le opere d’arte, però, non sono che lo stanziamento più piccolo. Ci sono ad esempio i soldi per gli arredi: l’Ars quest’anno spenderà 200 mila euro, 30 mila in meno rispetto all’anno scorso ma pur sempre una voce consistente. Niente, però, in confronto ai soldi messi da parte per caffetteria e servizio di ristoro: i tagli ci sono anche qui, ma pur eliminando 125 mila euro dalla spesa dell’anno scorso ne rimangono pur sempre 800 mila. In controtendenza, invece, le spese per gli affitti: la “locazione, gestione e manutenzione degli immobili in affitto e degli uffici decentrati dell’Assemblea” passa dai 90 mila euro del 2012 ai 220 mila del 2013. Per pagare, essenzialmente, gli appartamenti presi in affitto a ridosso della Cattedrale e la nuova sede della Biblioteca di Palazzo dei Normanni, provvisoriamente trasferita a Bagheria. “Per quell’affitto – spiega però Ardizzone – stiamo cercando di ottenere un trasferimento all’Albergo delle Povere. Gli altri, invece, saranno disdetti appena scadrà il contratto”. Nel frattempo, naturalmente, si paga.
Come si paga, e anche salato, il call center. Anche qui il contratto è in scadenza – “A giugno sarà tutto finito”, assicura Ardizzone – ma gli stanziamenti ci sono: 620 mila euro, con un taglio di 230 mila euro rispetto al 2012. “Non possiamo evitare di pagare un contratto ancora in vigore”, osserva Ardizzone. Sarà, ma lo stesso importo è stato previsto anche per il 2014 e il 2015: “Ma le garantisco che non rinnoveremo quel contratto”, ribadisce il presidente dell’Ars.
Il resto, in realtà, è quasi tutto tagli: meno 110 mila euro per il vestiario dei dipendenti (250 mila euro lo stanziamento 2013), meno 20 mila per il materiale di cancelleria (130 mila euro la previsione di spesa), meno 40 mila per i servizi di pulizia (pronti 700 mila euro), addirittura azzerate le spese per i corsi di formazione per i deputati. Restano ferme, invece, le spese per l’informazione (585 mila euro per le agenzie di stampa, 120 mila per la rassegna stampa e 52 mila per l’acquisto di quotidiani per la biblioteca) e quelle per l’Associazione fra i deputati cessati dal mandato. I pensionati d’oro dell’Ars, che costano qualcosa come 20 milioni all’anno per i vitalizi delle legislature precedenti, hanno pur diritto a un’associazione. “Organizzano convegni, iniziative, cose di questo genere”. A spese nostre.


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