“Musicisti pagati per non suonare e sostituzioni scelte sulla base di conoscenze personali”. Alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana la conduzione della parte artistica è stata messa in discussione dall’ex commissario Nanni Riggio nella relazione di fine incarico che ha consegnato a febbraio scorso all’Assessorato al Turismo e al presidente della Foss Stefano Santoro. All’ente regionale, che vive quasi completamente di contributi pubblici, anche la gestione degli orchestrali, dopo il caos delle nomine per il sovrintendente e per il direttore artistico, fa discutere. Ma il nuovo presidente del Cda Santoro ha detto “stop”: “Non lo permetteremo più. Basta sprechi che si basano su accordi che sono al di fuori del contratto nazionale di lavoro”.
La questione riguarda le cosiddette “alternanze in orchestra”, procedure a cui si l’ente è dovuto ricorrere spesso e “con costi considerevoli a carico del bilancio Foss”, denuncia Riggio. I musicisti di ruolo, durante l’anno, sono esentati per determinati periodi dal partecipare ai concerti e più in generale alle attività artistiche in teatro, disimpegnandosi dal lavoro. Due le ipotesi possibili perché ciò avviene: per ragioni di partitura, e quindi per esigenze di spettacolo, oppure, nel secondo caso, per riconoscere un riposo ai musicisti.
Le esenzioni dal lavoro in un anno possono ammontare da un minimo di cinque settimane fino ad arrivare anche a 20 settimane, a cui si aggiungono astensioni per legge, ferie e malattie. “Sostanzialmente, ci sono musicisti pagati per lavorare un anno ma che partecipano alle attività della Foss solamente per sei mes. Un caso più unico che raro – insiste Riggio – anche nel caso di altre istituzioni teatrali regionali o nazionali che – stando alla relazione presentata – ha inciso economicamente in maniera considerevole sul bilancio della Foss”.
Il problema è che alle sostituzioni dei musicisti in congedo bisogna sopperire con delle scritturazioni temporanee a cui si provvede ricorrendo ad una long list di musicisti scelti per audizione. Audizioni che, però, sottolinea Riggio, “non sono cicliche o regolate con strumenti idonei e pubblicizzate in modo tale da consentire una nutrita partecipazione degli degli aspiranti, così che, alla fine, spesso si ricorre a musicisti che vengono scelti più che altro per conoscenza personale”. “E con risultati spesso non in linea con il livello artistico dell’Orchestra sinfonica siciliana”, come hanno denunciato anche le organizzazioni sindacali.
Questo sistema deriva da un accordo integrativo aziendale firmato nel 2016 dall’ex sovrintendente Giorgio Pace e i sindacati e riproposto anche sotto la gestione commissariale di Riggio, in attesa di una “regolarizzazione successiva”.
“Nessuna esenzione è stata concessa dal giorno del mio insediamento né tantomeno verrà autorizzata in futuro – dice Santoro a LiveSicilia. – Non esiste l’istituzione dell’esenzione nel contratto collettivo nazionale di lavoro degli orchestrali, quindi lo applicheremo alla lettera”.
Intanto, il Consiglio di amministrazione della Fondazione, visto il parere favorevole espresso dal collegio dei revisori dei conti, ha approvato il bilancio di esercizio 2018, predisposto e trasmesso dal neo sovrintendente Antonino Marcellino. Il bilancio presenta un utile di esercizio in aumento del 6% rispetto al precedente.
“La Fondazione è sana – aggiunge Santoro – e se la politica ci lascerà lavorare, procederemo sulla strada del rilancio che abbiamo già avviato, perché l’Orchestra sinfonica siciliana è un’eccellenza in grado di rappresentare la musica sinfonica del mondo. Inoltre, la nostra intenzione, da qui a breve, è quella di diversificare l’attività teatrale della Foss, con un programma che vada oltre gli spettacoli del venerdì e del sabato”.