Orientarsi nella politica siciliana |Piccola guida per lettori distratti - Live Sicilia

Orientarsi nella politica siciliana |Piccola guida per lettori distratti

Se avete perso la bussola nel 2018, le feste sono una buona occasione per riordinare le idee.

Caro lettore,

questo è un piccolo regalo natalizio per te, che ancora, malgrado tutto, ti ostini a leggere di politica. Dio ti benedica. Capisco bene che in questo clima festaiolo e natalizio ti sentirai smarrito, è normale, non temere. Magari hai saltato due giorni di lettura e hai perso il filo, perché, diciamocelo, è facile perderlo in questo guazzabuglio. Se non ti ricordi più chi sta con chi e chi sta contro chi, stampa questa breve guida o salvala tra i preferiti del tuo pc, smartphone o tablet, di modo che all’anno nuovo sarai al passo per seguire le nuove puntate della telenovela.

Dunque, magari ti sei distratto dopo che la destra ha vinto le Regionali. Sappi che ancora quella coalizione governa. Cioè, esprime il governo regionale. Ma all’Ars non ha i numeri, va sotto spesso e volentieri. Nella comitiva ci sono Forza Italia, i centristi, gli autonomisti, Diventerà Bellissima, Fratelli d’Italia e la Lega. Solo che la Lega e Forza Italia se ne dicono di tutti i colori a vicenda, un giorno sì e l’altro pure. E il leader di Forza Italia Gianfranco Micciché è l’anti-Salvini per eccellenza. Musumeci va d’accordo con Salvini. E pure con Micciché. Che detesta Salvini. E vuole unire i moderati contro i populisti. Che sono Salvini e i grillini. Che fanno l’opposizione a Musumeci. E gliene dicono tutti i colori. Però intanto gli tendono la mano per approvare le leggi insieme. Però intanto gliele affossano tutte. E allora Micciché e gli altri moderati li accusano di essere pericolosi. E fanno fronte comune. E Forza Italia dice che il prossimo sindaco di Palermo sarà suo. Anche se da qui a quando si vota c’è tanto di quel tempo che il Palermo potrebbe essere acquistato da altri dodici imprenditori sconosciuti provenienti da tutti i Paesi del Commonwealth. E però quando Forza Italia, che vuole fare il fronte dei moderati, dice questa cosa, arriva dieci minuti dopo un altro moderato non di Forza Italia, Saverio Romano, e fa sapere che a sindaco – senza fretta, però – vuole candidarsi lui. Che è il pezzo da novanta dei Popolari e Autonomisti. Solo che gli autonomisti ormai stanno traslocando altrove e non parlano con Forza Italia, ma con Diventerà Bellissima. Che alle Europee si doveva alleare con la Lega, no, con Fratelli d’Italia, no, con nessuno dei due, perché è il momento di fare un grande partito sicilianista. Alleato a livello nazionale con la Lega, che la Sicilia ce l’ha da sempre nel cuore. E che governa l’Italia con i grillini. Che sono pericolosi, per il primo partito della coalizione di Musumeci. E forse pure per Musumeci.

Tutto chiaro? Aspetta, non abbiamo finito. Siamo in democrazia, caro lettore, e l’opposizione è importante in democrazia. E allora c’è il Pd, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo perché notisti e retroscenisti politici come il sottoscritto sarebbero tutti disoccupati. E allora, il Pd ha un nuovo segretario, che è renziano, si chiama Davide Faraone. E vuole fare il nuovo campo, allargando ai moderati. Come Sicilia Futura, per esempio. Che lo sosteneva al congresso di un altro partito. E i cui pochi big superstiti ormai stanno de facto nel centrodestra, ma non si può dire papale papale perché magari qualcuno ci resta male. Vabbè, poco importa, perché Faraone vuole parlare insieme con Renzi (che forse se ne va o forse no) agli elettori del centrodestra e di Forza Italia. Che però a Roma (e ad Arcore) non ha intenzione di sperimentare nuovi campi e vuole tenersi stretto Salvini. Ma a Palermo invece tuba con Faraone. Che però mezzo Pd non riconosce, perché sostiene che il congresso è stato irregolare (i noleggiatori di gazebo hanno avuto un magrissimo Natale). E allora la metà ribelle aspetta che Zingaretti, non quello di Montalbano, l’altro, vinca il congresso nazionale, perché lui con i moderati non ci vuole avere niente da spartire. E vuole rilanciare il centrosinistra. Ma con chi? Con Liberi e Uguali, penserai tu, che sei rimasto fermo a marzo perché magari segui la politica solo sotto elezioni. Però Liberi e Uguali non esiste più. Dirai: ma come, di già? Sì, è stato breve ma intenso. Quelli che erano di Sel ora si chiamano come solo Dio sa, forse ancora Sel, è sfuggito pure a me, e si sono separati da quelli della Ditta di Bersani & Co., che si chiamano Articolo 1 ma forse cambieranno nome, tanto da qui al 139 si può attingere a tutta la Costituzione, per esempio l’articolo 7 sui Patti lateranensi sarebbe una cosa originalissima. Ma tu, lettore ed elettore, magari non sei interessato al tema perché per te la sinistra vera sta in fondo a sinistra, a differenza dei servizi che nei locali stanno sempre in fondo a destra. E allora ti sei innamorato dell’utopia di Potere al Popolo. Solo che non saprai che pure quelli si stanno scindendo. Ma come, obietterai, così piccoli e così divisi? E sì, amico mio, come in un affascinante trattato di meccanica quantistica, le particelle si dividono fino ai quanti elementari di cui è fatto l’universo. E di cui è fatta la sinistra.

Ora sì, caro lettore, sono certo che tutto ti è chiaro. Annota a margine che Palermo non è più capitale della cultura ma della munnizza sì, che Catania è fallita e Messina non si sente tanto bene. Che le Province – se non hai capito che ancora esistono sei rimasto davvero indietro – lottano per non fare bancarotta, i Comuni capitombolano uno dopo l’altro, però almeno vinciamo sempre il Borgo dei Borghi, la mafia sarà sconfitta a breve e l’antimafia già lo è stata. Per il resto, tutto a posto. Passa buone feste, caro lettore, e, come insegna la saggezza antica dei padri, pensa alla salute, che è meglio.

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