Orlando tende la mano al consiglio: prove di tregua armata - Live Sicilia

Orlando tende la mano al consiglio: prove di tregua armata

Il sindaco incontra la conferenza dei capigruppo: un patto di fine consiliatura

PALERMO – Una tregua armata. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, tende la mano al consiglio comunale e, dopo settimane di polemiche e invettive contro Sala delle Lapidi, oltre a telefonate riservate a singoli consiglieri di opposizione, questa mattina ha incontrato la conferenza dei capigruppo per chiedere una sorta di patto per l’ultimo anno di permanenza a Palazzo delle Aquile. Dopo l’uscita di Italia Viva, il Professore non ha più una maggioranza e può contare su una dozzina di voti: troppo pochi per approvare gli atti, più che sufficienti per trasformare l’Aula in una palude.

L’unica via percorribile è quella di una tregua con le opposizioni e soprattutto con i renziani, ex alleati a cui il primo cittadino non manca di dispensare fendenti e che dal canto loro rispondono per le rime. Il sindaco non ha esplicitamente parlato di dimissioni, ma il messaggio è chiaro: o si trova un modo per andare avanti o tutti a casa e per questo porte aperte, anche all’odiata Lega. In consiglio l’ipotesi della mozione di sfiducia non ha preso piede e i gruppi sono attendisti per capire come evolverà la situazione. Il sindaco, che venerdì incontrerà i sindacati e a seguire le parti sociali, ha fatto appello al senso di responsabilità delle forze politiche e non ha trovato porte chiuse: domani il centrodestra si riunirà per decidere una linea comune, altrettanto faranno gli altri gruppi e l’appuntamento è per l’inizio della prossima settimana quando la conferenza darà una risposta ufficiale all’offerta del Professore.

La linea che sembra prevalere è quella del dialogo sugli atti indispensabili, sebbene oggi non siano mancati i momenti di tensione e le critiche a quella che è stata definita la “giunta dei peggiori”. Orlando ha elencato le delibere ferme in consiglio e qualcuno gli ha fatto notare che alcune non risultano neanche iscritte all’ordine del giorno: ci sono il Prg, il piano triennale delle opere pubbliche, il bilancio consolidato, il Pef 2020 e quello 2021, oltre a una sfilza di regolamenti che vanno dai rifiuti ai mercati, dagli impianti sportivi ai beni comuni, dal verde al terzo settore passando per gli oneri di urbanizzazione.

Un lungo elenco di provvedimenti che Orlando vorrebbe portare a casa, ma che si scontrano con la fredda matematica: dando per scontato che le opposizioni non voteranno a favore, l’unica via percorribile è il voto a 16 presenti con qualcuno delle minoranze che dovrà garantire il numero legale. Non proprio semplicissimo, visto che già con la vecchia maggioranza spesso e volentieri serviva qualcuno delle minoranze per arrivare al voto.

“Le opposizioni sono sempre state responsabili nell’interesse della città – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Scarpinato – Semmai è stata l’amministrazione attiva a farsi trovare spesso impreparata. Con le altre forze di centrodestra discuteremo cosa fare, ma non ci spaventa alcuno scenario”.

”Il centrodestra si riunirà domani – spiega il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – Redigeremo un documento comune e adotteremo una linea che varrà per i cinque partiti della coalizione, però non possiamo occuparci di alcuni temi e dimenticare l’emergenza cimiteri”.

“Oggi il sindaco è venuto a chiedere aiuto istituzionale per la città su tematiche che non è stato in grado di affrontare negli ultimi nove anni – dice il capogruppo della Lega Igor Gelarda – La Lega non si è sottratta e non si sottrarrà alla collaborazione istituzionale per evitare di condannare definitivamente Palermo in questo ultimo anno di agonia targata Leoluca Orlando. Per noi le dimissioni restano l’unica e più logica scelta che Orlando dovrebbe compiere”.

“Condividiamo pienamente la scelta del sindaco di individuare un percorso con tutte le forze in consiglio – dice Barbara Evola, capogruppo di Sinistra Comune – L’assenza di una maggioranza impone  un surplus di responsabilità politica che consenta di individuare e discutere atti deliberativi necessari. Noi riteniamo che, accanto ad atti di natura finanziaria assolutamente indispensabili, abbiano priorità il piano regolatore, i regolamenti per i beni comuni e i beni confiscati e regolamento rifiuti. Riteniamo che vi siano tutte le condizioni politiche per continuare un percorso”.

La nota dei sindacati

“Noi siamo pronti e disponibili a lavorare insieme per il bene di Palermo e per costruire strategie e azioni condivise per consentire alla città di uscire dalla crisi che sta vivendo senza precedenti e di certo non solo per colpa degli effetti legati alla pandemia. Del resto lo abbiamo sempre fatto ma le nostre richieste di confronto rivolte al sindaco sono rimaste inascoltate. Purtroppo si è pensato di poter fare da soli, respingendo le critiche con fastidio. Si sarebbe dovuto fare sin da subito fronte comune e ora ne lamentiamo le conseguenze”. Così i segretari generali di Cgil Cisl Uil Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Claudio Barone. “Noi ci siamo, ci auguriamo che siano disponibili il sindaco e le forze politiche del consiglio comunale e che si attivi un dialogo che deve essere costante per lavoratori, giovani, pensionati, famiglie e cittadini – continuano Ridulfo, La Piana e Barone – La pandemia è stata il colpo finale a una situazione già allarmante in cui versava la città, oggi come in passato noi ci siamo e ci auguriamo che Palermo possa diventare quella città normale che tutti auspicano”.

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