PALERMO – I lavori di somma urgenza, al comune di Palermo, continuano a sollevare polemiche. Stavolta tocca a quelli destinati al mercato ortofrutticolo e contenuti in una delibera di giunta del 16 settembre scorso: si tratta di interventi per 163mila euro su 9 stand divenuti oggetto dell’attenzione della magistratura. Parti del mercato diventate pericolose per la pubblica incolumità e per questo sequestrate dal pm lo scorso 15 maggio, con tanto di convalida del gip. Gli stand, a causa delle infiltrazioni di acqua, sono ormai in pessime condizioni e il pericolo è che qualche pezzo delle pensiline possa crollare, anche se le aree sono inibite. Una situazione segnalata nel 2013 dalla Polizia municipale, che ha spinto le autorità a intervenire anche sulla chiesa dello Jesus Parvulo a rischio crollo.
Il Comune pertanto si è attivato: il 21 maggio il vicesindaco Arcuri ha chiesto al suo capoarea, Nicola Di Bartolomeo, di nominare un rup per il verbale d’urgenza che è stato poi redatto. I lavori, però, non sono stati affidati al Coime che, secondo l’amministrazione attiva, è eccessivamente oberato. E così, come per alcune scuole, si è ricorso ai lavori di somma urgenza con ditte accreditate e iscritte in un apposito albo (creato l’anno scorso) con ribassi del 17,4% e, nel caso specifico, è toccato alla Cosan srl.
“Una nuova delibera di somma urgenza per lavori che andavano fatti in passato – dice Paolo Caracausi di Idv – e che rispetto all’emergenza fognaria potevano, a mio giudizio, essere rimandati, mentre il problema della fognatura, che poteva essere risolto con pochi soldi, è stata posticipato ancora al 2015 nel Programma triennale delle opere pubbliche ed è privo di copertura finanziaria. Credo che questa amministrazione navighi a vista, senza una programmazione adeguata delle manutenzioni ordinarie e straordinarie dei beni comunali”.
I lavori di somma urgenza, per legge, servono ad accorciare i tempi che normalmente ci vorrebbero per intervenire e il regolamento del consiglio comunale prevede che il Comune prima si accerti di non poter fare da sé con il Coime. I lavori, per non intralciare le attività del mercato, si svolgeranno da mezzogiorno alle otto di sera, il che costerà 3.203 euro in più. Le somme sono già state stanziate e i cantieri dovrebbero chiudersi entro novembre. “Da due anni – spiega il capoarea delle Attività produttive Maria Mandalà – tento di fare i lavori per le fognature e la ristrutturazione dei padiglioni puntellati da vent’anni. La Procura è intervenuta col sequestro, i lavori sono giustificati per le procedure giudiziarie. Da qui la somma urgenza. Il progetto, che ho provveduto a far redigere, finora non è stato mai finanziato”.