Villa Sofia, Tutino al contrattacco | "Sono un fuoriclasse che dà fastidio" - Live Sicilia

Villa Sofia, Tutino al contrattacco | “Sono un fuoriclasse che dà fastidio”

È finito nell'occhio del ciclone. Lui, il commissario Giacomo Sampieri e l'intero reparto di Chirurgia plastica dell'ospedale Villa Sofia di Palermo. Il chirurgo risponde punto per punto alle accuse.

PALERMO – “Sono uno che dà fastidio. Do fastidio perché sono bravo e danno fastidio le mie denunce”. Matteo Tutino incassa e rilancia. È finito nell’occhio del ciclone. Lui, il commissario Giacomo Sampieri (revocato dall’assessore Lucia Borsellino nonostante si fosse dimesso un minuto prima) e l’intero reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, di cui è primario. Il chirurgo incassa, rilancia e, dal suo studio di via Sammartino, si difende con ostinazione.

Proviamo ad entrare, senza troppi tecnicismi, nel merito di alcune delle accuse che le vengono mosse. Ad esempio quella di avere eseguito alcuni interventi estetici spacciandoli per operazioni funzionali di chirurgia plastica. Una decina in tutto. Ci sono pure rinoplastiche, ginecomastie e liposuzioni.
“Scusi, secondo lei è normale che l’uomo abbia il seno? Vuol dire che c’è una ghiandola mammaria con il volume aumentato. E non sono mica io a dirlo, viene riscontrato con una ecografia. La chirurgia estetica non c’entra nulla”.

E i nasi rifatti? Cosa c’entrano con i Livelli essenziali di assistenza (Lea) pagati dal servizio sanitario nazionale?
“Gli interventi di rinoplastica sono inserita nei Lea. Guardi. Legga pure (Tutino sfoglia le pagine di un grosso libro rosso con la lista delle patologie classificate dal ministero della Salute). Sono interventi funzionali. Rino, setto, rinosettoplastica: è solo una questione linguistica”.

E la liposuzione?
“Nei centri di eccellenza di chirurgia ricostruttiva è presente il Body jet che io ho comprato a mie spese e messo a disposizione dell’ospedale. È un macchinario che serve per aspirare il grasso e le cellule staminali utilizzate per la chirurgia rigenerativa. La chirurgia plastica è una specialità dove esiste l’obbligo del risultato. È comprensibile a tutti, anche a chi non è esperto, che quando viene tolto del grasso ad un paziente per utilizzarlo  nell’intervento ricostruttivo di un’altra parte del corpo l’aspirazione del grasso deve essere completata. La verità è che c’è invidia per le mie tecniche”.

Troppo tecnico, appunto. Può spiegare perché, mentre era in aspettativa al Policlinico di Palermo per una consulenza alla Commissione salute del Senato è andato ad operare a Caltanissetta?
“Perché si può fare. Non percepivo stipendio dal Policlinco. Con l’aspettativa non si hanno rapporti con l’azienda. Siccome so fare il chirurgo e un altro ospedale mi ha chiamato ci sono andato perché si può fare. Lo prevede la legge Brunetta. Il mio incarico occasionale deve essere regolato tra le amministrazioni pubbliche”.

L’allora direzione generale del Policlinico non la pensava alla stessa maniera. E infatti è partito un procedimento disciplinare.
“È un atto ritorsione nei miei confronti”.

Sono parole pesanti. Cosa ci sarebbe dietro la ritorsione?
Protestavo perché non mi facevano operare quanto volevo. Un fuoriclasse come me era relegato in uno sgabuzzino”.

E perché mai?
“Evidentemente qualcuno era infastidito dalla mia presenza. Venivo da anni di studio in America”.

E la ritorsione?
“Ho fatto causa al Policlinico di Palermo. Ho chiesto danni per un milione e 900 mila euro. Non è il denaro che mi interessa, sia chiaro. Mi interessa salvaguardare la mia dignità professionale. Non fare operare un chiururgo equivale a tagliargli le mani”.

La causa come è andata a finire?
“È ancora in corso”.

A proposito di titoli e bravura. E sicuro che la sua sub specializzazione in Chirurgia cranio-facciale conseguita fra aprile e settembre 1997 all’Ospedal General Gonzalez di Mexico City sia spendibile in Italia?
“La parola sub è un inglesismo. Non significa inferiore, ma ulteriore. Anzi, superiore. E poi per il concorso bastava la specializzazione in chirurgia plastica. Punto. Ad ogni modo, non capisco perché vi appassiona la sub specializzazione e non sottolineate che sono stato un pioniere internazionale, ad esempio, della Chirurgia maxillo-facciale endoscopica.

A proposito del concorso, dalle valutazione della Commissione emergeva che almeno due candidati avessero giudizi migliori del suo. Perché è stato scelto lei?
“Non era una graduatoria. Eravamo tutti idonei”.

Lei ha presentato una serie di denunce su presunti sprechi e malaffare in reparto. Qualcuno dice che è il suo modo di difendersi.
“Guardi, io ho denunciato prima di tutti. E l’ho fatto con nome e cognome, mica con esposti anonimi. Sono mesi che denuncio, da quando ho trovato la colla attak nella serratura del mio ufficio”.

Ci sono forze sindacali che contestano il suo operato medico. Anche loro ci hanno visto male o sono spinti da chissà quali interessi?
“Non lo so e non mi interessa. Però c’è un dato certo. Tutto il marasma accade immediatamente dopo l’avvio di un’indagine interna per la razionalizzazione dell’approvvigionamento di farmaci e strumenti. Gliel’ho detto da subito, sono uno che dà fastidio”.

A tal punto che una guardia giurata sta dietro la porta della sua stanza in ospedale?
“Sono stato intimidito. Non c’è solo l’attak. Un giorno è successo che gli ascensori, tutti, non si fermavano più al piano del reparto, mi hanno rubato la macchina, ci sono stati dei sabotaggi. Ho ricevuto strane visite. Di più non le posso aggiungere. Comunque ho denunciato tutto.


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