Ospedali, cliniche, ambulanze| Viaggio nel far west in corsia - Live Sicilia

Ospedali, cliniche, ambulanze| Viaggio nel far west in corsia

In città quattro casi di violenza in una settimana. Cresce la tensione nelle strutture sanitarie.

PALERMO – Liti, risse, aggressioni, furti. Sale la tensione negli ospedali e nelle cliniche palermitane e, allo stesso tempo, l’allarme sicurezza diventa vera e propria emergenza. Nel corso dell’ultima settimana si sono verificati altri quattro casi di violenza in città, rispettivamente al Civico, alla clinica Maddalena, al Policlinico e ai danni dei sanitari del 118: una scia di episodi che continua a preoccupare il personale ospedaliero e che fa sentire quotidianamente in pericolo chi lavora in prima linea, a partire dai medici e dagli infermieri dei pronto soccorso.

Dalle aree di emergenza giungono bollettini di guerra che parlano di almeno dieci casi gravi all’anno in tutta l’Isola. E Palermo è tra le città che ne colleziona il maggior numero. I triage si trasformano in campi di battaglia dove infermieri e medici vengono presi a pugni e, quasi sempre, al centro delle “contestazioni” dei pazienti ci sono i tempi di attesa, ritenuti troppo lunghi. Soltanto pochi giorni fa il responsabile dell’unità di emergenza del Civico è stato picchiato da un giovane coinvolto in un incidente stradale.

Quest’ultimo doveva essere trasferito nel reparto di Chirurgia plastica, ma prima che arrivasse l’ambulanza al pronto soccorso ha sferrato un pugno in faccia al medico. Risultato? Danni alla retina, occhiali in frantumi e tredici giorni di prognosi. Poche ore dopo un caso simile alla clinica Maddalena di via San Lorenzo: ad essere presi di mira, stavolta, sono stati il primario di Oncologia e una dottoressa. Ad aggredirli un uomo di 68 anni, marito di una paziente morta due giorni prima.

A distanza di sole 48 ore è invece finito nel mirino il personale del 118 intervenuto per un incidente alla Cala. L’uomo alla guida dell’auto coinvolta ha lanciato un grosso sasso contro il mezzo di soccorso, sostenendo fosse arrivato troppo tardi. Il giorno dopo, invece, un massiccio intervento della polizia è stato necessario al pronto soccorso del Policlinico, dove un uomo aveva tentato di rubare la borsa di una dipendente dell’ospedale. Si sono registrati momenti di tensione, l’uomo ha tentato di opporre resistenza agli agenti e si è scatenato il caos anche all’esterno della struttura, dove i poliziotti sono riusciti, con non poche difficoltà, a riportare la calma. 

“Sono trascorsi pochi giorni dalle nostre denunce a prefetture e questure, dalle due interrogazioni parlamentari presentate, dalle rassicurazioni, dalla solidarietà e le promesse del sottosegretario della Salute Faraone e dall’Assessore regionale Gucciardi a Catania – ha scritto in una nota il coordinatore nazionale Fsi-Usae federazione Sindacati Autonomi Europei, Calogero Coniglio -. Dopo il dossier di 48 aggressioni inviato alla Regione, nulla è cambiato, nessun intervento”.

Inutili sono risultati i tentativi di confronto, dialogo, coordinamento e le richieste di azione – aggiunge Salvatore Ballacchino, segretario regionale Fsi-Usae – Non ci fermiamo. Attendiamo e solleciteremo affinché i due ministri della Salute e dell’Interno, rispondano urgentemente alle interrogazioni parlamentari presentate al Senato dai senatori Scavone e Compagnoni sulle gravi carenze strutturali della Sicilia e della carenza di personale”.

La dinamica è quasi sempre la stessa e viene alimentata da sovraffollamento, lunga permanenza nelle barelle e rabbia: gli animi si accendono, una parola tira l’altra. E quando prende vita la lite, c’è chi alza le mani. Un Far West con cui i sanitari convivono giornalmente e che l’anno scorso ha già provocato, solo a Palermo, più di dieci feriti. Tra questi ci sono medici, infermieri e vigilantes. 


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