PALERMO – Durante e dopo il lockdown, circa cento piccole e medie imprese siciliane hanno ottenuto finanziamenti rapidi da 25mila a 150mila euro: nel pieno della crisi di liquidità dovuta all’emergenza coronavirus, la banca online Banca Progetto incassa cifre considerevoli in Sicilia e rafforza il sostegno alle aziende dell’Isola, facendo fronte comune con la Regione, Sicindustria e l’intermediario finanziario Fidimed. È ciò che è emerso oggi da una conferenza stampa nella sede palermitana di Sicindustria, con l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao, l’amministratore delegato di Fidimed, Fabio Montesano, il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, e l’amministratore delegato di Banca Progetto, Paolo Fiorentino.
Forte dei risultati ottenuti, infatti, la banca controllata dal fondo californiano Oaktree ha deciso di alzare il limite di ‘Progetto Easy’ fino a 300mila euro per ogni azienda e ampliare l’ambito di operatività a tutta Italia attraverso una rete di partner selezionati da Banca Progetto e Fidimed, a cui potranno rivolgersi tutte le imprese del nostro Paese.
Per questo strumento, pensato per il debutto nella specifica realtà economica siciliana insieme con l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Palermo, Banca Progetto aveva stanziato tramite Fidimed un budget iniziale di 20 milioni di euro; le pmi siciliane si sono avvalse di buona parte del fondo durante e dopo il periodo di lockdown, potendo anche richiedere anche il contributo a fondo perduto erogato dalla Regione tramite Irfis-FinSicilia.
“Le imprese si sono ritrovate in fortissima emergenza di liquidità – conferma il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese -. Fidimed ha sempre accompagnato il sistema produttivo siciliano, e oggi come non mai il rilancio passa da una ristrutturazione. Speriamo che anche le leggi regionali che si possono mettere in atto siano da supporto. Qualcosa possiamo dire che si è fatta, abbiamo un assessore che viene dal ‘nostro mondo’ e ha una sensibilità particolare, però i consorzi come Fidimed andrebbero regolamentati diversamente. Conoscono meglio le imprese, le problematiche e gli imprenditori, la faccia umanistica delle nostre imprese”.
L’ad di Banca Progetto, Paolo Fiorentino, parla di una esperienza in Sicilia “estremamente positiva”. “Fidimed – spiega – è la garanzia di arrivare sul territorio per riuscire a capire le aziende, per le quali è sempre più complesso avere accesso alle linee di credito tradizionali. Il budget messo in piedi è finito e noi lo raddoppiamo, così come gli importi unitari che andranno da un massimo di 150 mila a 300 mila euro. Questo modello entra nel cuore dell’azienda – aggiunge – e si svincola dalla discussione storica fra impresa e banca secondo cui le banche guardano solo ai rating. La nostra è una banca digitale, senza sportelli, ma grazie a Fidimed ci sentiamo una banca del territorio”.
Fiorentino porta due dati: “Prima di tutto a gennaio dell’anno scorso contavamo 28 milioni di affidamenti relativi all’anno precedente, mentre ora ne abbiamo fatti un miliardo. Quanto al budget, invece, per quest’anno sulla Sicilia contiamo di arrivare a 60-70 milioni di finanziamenti”. Infine un appunto: “È importante dare tanti sì ma anche qualche buon no, spiegando all’imprenditore le condizioni minime per avere accesso. La sistematicità passa attraverso il sostegno del piccolo: educando alla finanza i nostri piccoli, geniali imprenditori, otterremo successi”.
“Finalmente le associazioni di categoria sono i nostri principali alleati – commenta l’ad di Fidimed, Fabio Montesano – ed è un successo perché sappiamo che dei confidi non si parla sempre bene. Noi siamo nel territorio grazie a strutture e collaboratori, e la simbiosi ci ha permesso di essere presenti in quella che l’ad di Banca Progetto definisce una esperienza di successo. Oggi – prosegue – la ‘notizia forte’ è che nonostante il periodo di crisi sanitaria ed economica viene raddoppiato l’investimento nella nostra terra. E dopo qualche mese in cui Banca Progetto ci ha messi alla prova, nei quali abbiamo finanziato per il 30 per cento il settore commercio, per un altro 30 l’industria e per il 40 per cento il settore servizi, c’è anche la volontà di esportare questo modello in tutta Italia già da oggi. La Sicilia fa scuola – conclude – e siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto”.
In linea con gli altri presenti, Armao rileva una “voglia di accendere i motori in pieno. L’ho sempre detto – aggiunge – dall’inizio: abbiamo incrociato questa crisi con un -13 per cento del Pil 2008, e questa è una crisi che rischia di mettere in ginocchio il Mezzogiorno”. Il vicepresidente della Regione Siciliana muove una critica sostanziale all’approccio dettato dal governo nazionale per salvare le imprese italiane: “La ricetta pensata a Roma è unica per tutto il Paese – afferma – ma è come fare una visita medica a due gemelli visitandone uno solo e scoprendo solo dopo che soffrono di patologie diverse. Lo stesso è successo al Paese, che non solo è diviso economicamente, ma ha una morfologia economica completamente diversa al suo interno”. I riferimenti dell’assessore sono al “livello di emerso senza merito bancario, con la conseguenza che solo il 50 per cento delle domande di accesso fino a 25 mila euro è stato assentito. Senza quindi considerare il sommerso, che resta sì tutto fuori da queste analisi, ma quando bisogna dare ossigeno intanto si interviene e non si sta a chiedere se sono state pagate le tasse”.
“Fidimed e Banca Progetto stanno dedicando prodotti calibrati sulla Sicilia, ed è questo di cui ha bisogno il nostro sistema economico – osserva Armao –. Stiamo cercando di stemperare il modello romano puntando su modelli che tengano conto delle peculiarità siciliane, come raggiungere realmente chi ha bisogno. E l’accesso senza merito bancario è previsto dalla Finanziaria regionale, altrimenti rischiamo di svegliarci fra sei mesi con un sistema falcidiato. E pagheranno anche le imprese sane, perché se un grande albero è solo in una foresta, il vento lo butta giù. Ecco perché a proposito di interventi calibrati sulla Sicilia stiamo pensando al fondo dei fondi con la Banca europea degli investimenti, che alzerà ancor di più l’accesso anche a 800 mila euro e senza strettoie rigide”. Infine, il nodo liquidità: “C’è un problema di pagamenti della pubblica amministrazione, che mi sto impegnando a rendere più veloce possibile – assicura l’assessore –. Abbiamo deciso di accedere a una misura varata col Decreto rilancio e accendere una anticipazione di liquidità per i crediti non pagati al 31 dicembre 2019. Significherà qualche indebitamento, intorno ai 400 milioni, ma per immettere immediatamente liquidità nel mercato”.