Omicidio Licari, la compagna di Bommarito: "Uno scempio"

Omicidio Licari, ergastolo a Bommarito. La compagna: “Scempio”

Vincenzo Bommarito e l'avvocato Cinzia Pecoraro
La Cassazione ha detto no alla revisione del processo

PALERMO – “Il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile. Inammissibile per noi è lo scempio a cui stiamo assistendo”: sono le parole di Lia Geloso, compagna di Vincenzo Bommarito. I supremi giudici hanno detto no alla revisione del processo che si è chiuso con la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Pietro Licari. L’anziano fu rapito nel 2007 e trovato morto dentro un pozzo nelle campagne di San Cipirello.

“Continuate a calpestare la dignità di un uomo, e non solo – si sfoga la donna -. Qui, c’è una famiglia calpestata, schiacciata, distrutta. Un figlio senza un padre, una donna senza il compagno, una madre senza un figlio, delle sorelle senza un fratello, dei nipoti senza zio. Nonostante le prove dell’innocenza”.

Secondo la difesa di Bommarito, rappresentata dall’avvocato Cinzia Pecoraro, ma anche secondo la Procura generale di Caltanissetta, c’erano i presupposti per celebrare un nuovo processo. Dopo dodici anni di carcere, nel 2019 Bommarito era stato scarcerato in attesa che si pronunciasse la Corte di appello nissena. Arrivò però il no alla revisione e Bommarito un anno e mezzo fa è tornato in carcere. Quindi il ricorso in Cassazione dichiarato due giorni fa inammissibile. Resta valida la condanna all’ergastolo.

La compagna di Bommarito si rivolge ai giudici: “So che avete studiato per giudicare i colpevoli di un reato, ma non credo che avete studiato per giudicare una persona innocente. Eppure vi vedo giocare con la vita di un uomo, ancora una volta, per l’ennesima volta. Ritengo che per essere dichiarato ‘vittima’ non si deve necessariamente avere la perdita fisica di una vita: noi, per esempio, al momento siamo vittime della legge italiana. Siamo vivi ma non siamo liberi. Quanto vale la vita di un uomo iinnocente dietro le sbarre ingiustamente?!”.

La donna non si arrende: “Continuo a credere che non ci si può e non ci si deve rassegnare all’idea di urlare la propria innocenza. Si lotta per la vita in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, senza mai rassegnarsi. E di una cosa sono certa: nistro figlio non continuerà a crescere senza un padre. Questo ve lo garantisco. Vi ringrazio per la vicinanza, ma vi prego di non smettere di continuare a parlare di Vincenzo Bommarito”.

La difesa sta lavorando ad un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo. E ritiene anche di avere elementi per una nuova richiesta di revisione.


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