CATANIA – Adele Palazzo lascia il Pd. La segretaria del circolo Centro Storico con una missiva annuncia il suo addio al Partito Democratico. “Non immaginavo di arrivare a scrivere queste parole e lasciare il partito dopo tutti questi anni di militanza: non mi rivedo più in questo contenitore in cui è stato trasformato il partito”. Parole che pesano come macigni, ma non sorprendono. Da tempo infatti la pasionaria democratica aveva mostrato non poca insofferenza nei confronti di un partito in preda a una “trasformazione genetica” evidente. Anche se l’ufficialità della candidatura di Angelo Villari in seno ai dem, considerando gli stretti rapporti politici tra i due, spiazza non poco i commentatori. “Dopo tanti anni di lotte e speranze riposte nel Pd, una volta arrivati al governo avremmo dovuto finalmente fare la differenza e offrire una reale alternativa al nostro territorio. Invece ci si è trincerati dietro lotte intestine fatte di personalismi e correnti, disgregando il partito, incapaci di approntare una politica realmente incisiva e di cambiamento, tradendo le tante aspettative di militanti ed elettori”, scrive.
Palazzo passa in rassegna le occasioni perse dai dem etnei e non solo. “Circa un anno fa si svolgeva la festa democratica a Catania, o meglio dire la festa di Renzi per diffondere il verbo del Sì al referendum. Che grande errore sprecare un’occasione del genere che sarebbe servita ad aggregare invece che dividere. – scrive – La risposta è arrivata presto e soprattutto a Catania che risulterà essere la provincia con la più alta percentuale di No”. L’ex segretaria del circolo Centro Storico fotografa lo stato dell’arte del partito catanese: ancor più lacerato dopo i nuovi ingressi. “Tutto questo non ci ha fatto riflettere anzi le incrinature e le divisioni si sono acuite, mettendo all’angolo le forze e le esperienze che hanno dato vita a questo partito, aprendo indiscriminatamente la porta a chiunque: il risultato è stato quello di un’accozzaglia di elementi disparati e contrastanti che si presenta alla società come forza di centro sinistra”.
Palazzo interviene in qualità di “militante tradita” e ricorda l’emorragia di compagni che hanno lasciato il partito. “Il Pd ridotto così non mi rappresenta”, sbotta. “Il tema delle elezioni regionali sta facendo emergere tutte le falle di questo partito, è da ciechi approntare una simile linea politica, è da sordi non sentire il disagio della popolazione, è da irresponsabili continuare ad utilizzare vecchi schemi in una situazione sociale completamente trasformata”, argomenta l’ormai ex membro della direzione regionale dei Pd siciliano. “Ma realmente si crede che i cittadini o “la ggente” (termine che sento spesso e che mal digerisco) sia disposta ad accettare tutto questo?”, si chiede Palazzo. “La mia sarà certo una visone romantica, ma rimango convinta che chi fa politica, a qualsiasi livello, svolga un’azione rivolta in primis al bene e alla crescita della comunità. Il mio voto pertanto non andrà né al Pd né tantomeno al candidato designato dalla coalizione. Ringrazio i componenti del mio circolo per il tempo dedicato, per le piccole battaglie intraprese e per la fiducia ripostami”, conclude. Sul futuro politico di Adele Palazzo è difficile fare un pronostico, anche se con le regionali alle porte si potrebbe azzardare una possibile adesione al progetto di Fava. Ma la diretta interessata nega.