Palazzolo e la tangente a Helg| "Né privilegi, né casacca antimafia" - Live Sicilia

Palazzolo e la tangente a Helg| “Né privilegi, né casacca antimafia”

Il pasticciere Santi Palazzolo

Il pasticciere si tira fuori dalle polemiche e annuncia di essersi rivolto agli avvocati per fare valere le sue ragioni: "Rifarei tutto, c'era in ballo la mia dignità, ma non cerco scorciatoie".

PALERMO – “Non chiedo favoritismi o privilegi, ritengo che la proroga mi spetti e mi sono rivolto, tramite i miei legali, ad un collegio arbitrale. Qualora mi dovessero dare torto rispetterò la decisione e valuterò se partecipare alla nuova gara”. Santi Palazzolo, il pasticciere che ha denunciato e fatto arrestato Roberto Helg mentre gli chiedeva una tangente da 100 mila euro, si tira fuori dalle polemiche.

Non vuole indossare la casacca dell’eroe antimafioso, non a caso si presenta alla trasmissione Casa Minutella con la divisa da lavoro (“E’ l’unica divisa che conosco, quella del sacrificio”), e soprattutto non vuole passare per l’imprenditore che cerca scorciatoie. “La mia denuncia non c’entra nulla con l’affidamento degli spazi in aeroporto. Riguarda la mia dignità e quella della mia famiglia. Non avrei pagato neppure se mi avesse chiesto cento euro”. La tangente voluta da Helg, a dire dell’ex vice presidente della Gesap, sarebbe dovuta servire per evitare che Palazzolo venisse tagliato fuori dallo scalo.

La sua concessione è scaduta a fine febbraio e il 30 settembre il pasticciere dovrà lasciare il negozio dell’aerostazione. La Gesap, la società che gestisce i servizi dello scalo palermitano, ha deciso che qualora Palazzolo fosse ancora interessato agli spazi dovrà partecipare, come tutti gli altri, al nuovo bando. In favore di Palazzolo sono scesi in campo politici (il primo è stato il sottosegretario Davide Faraone ndr), associazioni e semplici cittadini al grido “mandarlo via sarebbe un autogol di immagine, vorrebbe dire che denunciare non produce nulla di buono”. C’è chi, invece, come il sindaco di Palermo, Leoluica Orlando, appoggia la scelta della Gesap.

“Non posso accettare che si associ il mio nome – ha detto Palazzolo – alla parola privilegi. Non ho chiesto niente di più che che il rispetto della concessione che prevedeva, a mio avviso, la possibilità di una proroga per tre anni. Ritengo di essere nel giusto e ho chiesto l’intervento degli avvocati, nel rispetto delle regole”. Poi, una precisazione per rispondere alle domande dei cronisti: “Se ci tenete a saperlo, a parte qualcuno (il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone ndr) non ho ricevuto telefonate di solidarietà da parte di rappresentanti delle Istituzioni”.

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