Palermo, stupro Foro Italico: "Mi piace trasgredire". "Processatelo“

Stupro del Foro Italico: “Mi piace trasgredire”. Il pm: “Processatelo“

La vittima attorniata dal gruppo
Rinvio a giudizio chiesto per il più giovane del "branco"

PALERMO – C’è la richiesta di rinvio a giudizio per il più giovane dei sette presunti autori dello stupro di gruppo subito da una diciannovenne al Foro Italico. La Procura per i minorenni chiede di processare il diciottenne Riccardo Parrinello. L’accusa è violenza sessuale di gruppo. L’udienza preliminare è fissata per il 9 gennaio.

Parrinello si trova in carcere dopo che nei mesi scorsi ha subito un aggravamento della misura cautelare. Dopo l’arresto il giovane era stato trasferito in comunità. Si era detto pentito per ciò che aveva fatto. Poi, però, erano saltati fuori alcuni video pubblicati su TikTok e messaggi WhatsApp inviati ad un amico dopo la violenza del 7 luglio scorso.

Alcune frasi sono state interpretate come una sorta di sfida: “Chi si mette contro di me si mette contro la morte”; “Le cose belle si fanno con gli amici”; “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze, ragazze ma come faccio a uscire con tutte siete troppe… . Ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome mi state facendo solo pubblicità”; “Arriviamo a mille followers così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente… mi piace trasgredire“; “La galera è il riposo dei leoni”.

Agli atti dell’inchiesta coordinata dalla procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna (Parrinello ha compiuto 18 anni dopo i fatti) ci sono anche alcuni audio. Un’ora dopo che la diciannovenne era stata abbandonata in strada Parrinello ha inviato un vocale a un amico: “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”. L’amico lo criticava: “Però così è brutto”. “Troppo forte, invece”, rispondeva Parrinello.

Non è ancora stata chiusa l’altra indagine che coinvolge gli altri sei indagati. La competenza è della Procura della Repubblica.


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