Abusi sessuali, il papà orco: "Volevo resistere, mi ha rotto un dente"

Gli abusi sessuali del papà orco: “Mi fotografava, mi toccava…”

Il racconto delle due sorelle violentate dai familiari

PALERMO – In casa, al mare e alla festa di compleanno. La vita quotidiana di due sorelle veniva scandita dagli abusi sessuali. Il contesto familiare è stato per undici lunghi anni una trappola infernale. Ieri l’arresto dei genitori, del nonno e dello zio delle due vittime che oggi hanno 13 e 20 anni. Sono state trasferite da un paese in provincia di Palermo in comunità.

“La mamma lo sa? Sì”, nella risposta della più piccola alla domanda di una insegnante c’è tutto il dramma della vicenda. “Al mio compleanno mio nonno mi ha dato un bacio in bocca e io gli ho dato uno schiaffo ed è successo un casino”, ha raccontato. Non era affetto, ma morbosità.

“Nel 2018 invece eravamo tutti a mare – ha aggiunto -. Ad un certo punto il nonno si tuffa e io che ero in acqua all’improvviso ho sentito da sotto qualcuno che mi toccava. Ho chiesto a mio cugino di prestarmi la mascherina con la quale poi sono riuscita a vedere che era il nonno che mi toccava sotto l’acqua”.

Non erano al riparo neppure a casa dei parenti: “Nel 2015 è stata la prima volta… stavo giocando con il mio tablet a casa di mia zia. Zia era andata a fare la spesa e i miei cugini si erano addormentati. In casa c’era anche mio zio il quale mi ha detto di andare con lui che mi avrebbe fatto un regalo. Mi ha portato in un posto strano fuori casa… e mi ha spinta sul muro e mi ha tolto la maglietta e io mi sono messa a piangere fortissimo”.

Ha cercato aiuto, ma rivolgendosi alle persone sbagliate. “A mamma e papà ho raccontato tutto il giorno dopo dell’episodio di settembre 2015 che era successo con lo zio”. Nulla è cambiato: “Quello del 2016 era maggio. Quello del 2018 era luglio. L’episodio in cui mi sono trovata nuda ed è stato un incubo è stato successivo all’episodio dello zio e l’ho sempre detto a mamma e papà tranquillamente. I miei genitori si sono presi con i nonni”.

“Ero nella stanza di mio padre, c’erano i suoi giocattoli, le sue lenzuola, i suoi libri e le sue cose da piccolo. Mi capitava di dormire nel lettino di papà quando era giovane. Loro hanno chiuso la porta prima e poi io mi sono svegliata perché mi sentivo toccare e mi sono trovato mio zio e mio nonno di sopra”.

Il padre, già detenuto per reati contro il patrimonio, non è intervenuto, anni dopo si è reso responsabile degli stessi reati: “Papà nelle volte in cui mi chiedeva le prestazioni sessuali – ha spiegato la ventenne – ed io mi rifiutavo cominciava a fare minacce del tipo che non mi avrebbe fatta uscire di casa o mi obbligava a fare le faccende domestiche. Capitava inoltre che mentre lavavo i piatti mi fotografava il sedere e mi inviava le foto magari del mio sedere con il messaggio: ‘Dai fammi entrare’”.

Una volta ha cercato di resistere: “Lui reagiva picchiandomi e provocandomi un occhio nero e spezzandomi un dente che poi non mi ha fatto curare. Attualmente ho ancora l’incisivo spezzato”. Hanno pure provato a convincere le sorelle a ritrattare, “a dire io non mi ricordo più niente”.

Qualcun altro dalla cella aveva fatto sapere di essere pronto a intervenire duramente.
“Appena esce lo zio fa bordello, si preparano, che li squaglia a tutti nell’acido, minchia il bordello con ste bambine. Bastardi, bastardi dice… pezzi di merda, ve ne dovete andare dal paese“, diceva la madre riferendo le frasi del parente detenuto che voleva vendicare le ragazze in maniera violenta.

Da ieri sono tutti in carcere. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Laura Vaccaro. Una storia di violenza e degrado emerge da un paese della provincia di Palermo dopo undici anni di silenzio e orrore.



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