Palermo, dal pisolino all'incontro galante: Rap, 17 "assenteisti"

Dal pisolino all’incontro galante: assenteismo alla Rap, indagine chiusa

Notificato l'avviso di conclusione dell'inchiesta a diciassette persone

PALERMO – L’indagine sull’assenteismo alla Rap è chiusa. Cinque giorni fa, ad un mese di distanza dal blitz di inizio ottobre, il pubblico ministero Maria Rosaria Perricone ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a diciassette persone. Per loro arriverà presto la richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati sono più di cento, ma la posizione dei diciassette è stata stralciata rispetto alla massa a cui vengono mosse contestazioni minori.

Piccole e grande pause

I fatti sono del 2021. Piccole e grandi pause, da pochi minuti ad alcune ore. “Tutte ingiustificate”, secondo l’accusa. C’era chi andava al bar e chi al ristorante per pranzare con gli amici o per dare una mano al parente titolare di una trattoria. L’inchiesta si basa sugli appostamenti dei carabinieri e sulle immagini delle telecamere piazzate nella sede di via Ingham a Brancaccio.

Un malcostume che avrebbe accomunato netturbini, operatori ecologici, manutentori, addetti allo spazzamento delle strade e alla pulizia notturna dei mercati storici, impiegati del settore tecnico. I carabinieri della compagnia di Piazza Verdi li hanno seguiti mentre si allontanavano per andare a casa, fare acquisti al supermercato o nei negozi di ferramenta. Ed ancora mentre schiacciavano un pisolino nella macchina parcheggiata all’esterno di via Ingham, soccorrevano un parente rimasto in panne o andavano al centro scommesse. C’è un caso, che non riguarda nessuno dei diciassette, di un impiegato che durante l’orario di lavoro si è recato ad un appuntamento galante.

A insospettire gli investigatori è stato il fatto che uno dei dipendenti a cui veniva affidato il compito di timbrare il badge al posto degli assenti lo avrebbe fatto anche nel giorno in cui aveva presentato un certificato medico per malattia.

Ecco i 17 indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per i quali un mese fa era stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di firma: Domenico Biondo, Rosario Camilleri, Andrea Cardinale, Luigi Contorno, Carmelo D’Attila, Salvatore De Luca, Francesco Paolo Morana, Rosario Fazzino, Calogero Gambino, Marco Gulotta, Giuseppe Martorana, Onofrio Messina, Antonina Oliveri, Fiorenza Raparino, Fabio Vultaggio, Michele Gaeta e Silvetro Calivà (questi ultimi due sono impiegati dell’officina e viene loro contestato di essersi “appropriati indebitamente” della benzina).


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