Palermo, assolto per mafia non è socialmente pericoloso

Palermo, assolto per mafia non è socialmente pericoloso

Dal processo di appello alle misure di prevenzione
MISURE DI PREVENZIONE
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PALERMO – Dopo che è caduta l’accusa di mafia viene esclusa anche la pericolosità sociale qualificata per Claudio De Lisi. Lo ha deciso la sezione di appello per le Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accogliendo la tesi dell’avvocato Luigi Miceli.

De Lisi in primo grado era stato condannato a 7 anni di carcere perché, così sosteneva l’accusa, avrebbe fatto parte del mandamento mafioso di Bagheria. In appello la pesa scese a tre anni per una tentata estorsione, senza però l’aggravante di mafia.

La parola è passata ai giudici delle misure di prevenzione, che in primo grado hanno ritenuto De Lisi socialmente pericoloso. In appello, al contrario, la Corte ha preso atto che non ci sono elementi nuovi rispetto a quelli già valutati in sede penale. Furono i collaboratori di giustizia a scagionarlo. “Mai stato coinvolto in nulla”, disse Antonino Zarcone. “Al di fuori di ogni cosa mafiosa”, aggiunse Sergio Flamia. Agli atti del processo c’erano sì degli incontri con personaggi con precedenti penali per mafia, ma sempre alla luce del sole e in luoghi pubblici. Vecchie conoscenze, come quella con il boss Paolo Liga, incontri casuali, ma nulla che facesse emergere un suo ruolo criminale. Semmai era il fratello Riccardo ad avere avuto un ruolo di supporto in favore di Liga durante un periodo di latitanza.

In primo grado il Tribunale aveva deciso per la sorveglianza speciale, ora la Corte di appello, presieduta da Giacomo Montalbano, ha ribaltato il decreto.


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