Palermo, Baldini: "Darò identità con la città alla squadra" - Live Sicilia

Palermo, Baldini: “Darò identità con la città alla squadra”

"Servirà pensare che siamo come in Serie A, Palermo è una città importante"
PAROLA AL TECNICO
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PALERMO – Dopo 18 anni Silvio Baldini torna a sedersi sulla panchina del Palermo. L’ufficialità, arrivata il 24 dicembre, ha preceduto la conferenza stampa odierna al fianco del direttore sportivo dei rosanero Renzo Castagnini. Per dare una svolta, il nuovo tecnico dei siciliani ha sostituito Giacomo Filippi dopo diversi risultati negativi arrivati nel mese di dicembre. Per Baldini, molto legato al capoluogo siciliano, non è stato difficile accettare la proposta del club di viale del Fante.

“Ho accettato Palermo per il fascino che provo per questa isola e per questa città. Tutti gli inverni scendo qui in vacanza, sono legato a questa cultura e a questo modo di pensare. Lo sento molto vicino al mio, non mi sono mai allontanato da questa isola. Dopo 18 anni il destino mi ha dato questa nuova possibilità, questo mi affascina molto ma ora dipende da me. Sono qua per questo, non ho paura di affrontare queste difficoltà. Sulla squadra? La devo valutare con i miei occhi, c’è un mese davanti e farò le mie valutazioni. In questo momento posso dirti che il Palermo ha un buon potenziale, bisogna capire come mai, specialmnte fuori casa, non riesce ad esrpimersi. Fin quando non mi rendo conto della realtà è inutile parlare di mercato. Per ora devo valorizzare gli attuali calciatori, che possono dimostrare quello che sono. La mia pretesa è essere assecondato nel mio lavoro. Ho scelto di far fare colazione e pranzo insieme, ad esempio, e se la squadra vivrà come nell’espressione di potersi migliorare, allora il Palermo vincerà tante partite. Chi ne soffrirà poi sarà meglio che si faccia da parte”.

SCINTILLA

“La vita è stranissima, in cuor mio – spiega Baldini – ho sempre pensato di poter aver ancora una chance essendo innamorato di questa terra. Con il tempo che scorre la chance veniva sempre meno, quindi quando sono stato chiamato questa scintilla si è accesa. Dentro di me ho una grande voglia di poter dimostrare, so che Palermo è una città difficile, ma questo è il mio mestiere. Chi ha paura di questo fa altro”.

In passato, il tecnico di Massa, ha allenato la Carrarese senza stipendio. Così oggi ha ammesso: “Secondo me il denaro è sempre il diavolo. Io ho fatto velocissimo a trattare con Castagnini e Sagramola che rappresentano il Palermo. Ho lasciato una cosa che deve essere dignitosa per un impegno che ho per questi sei mesi, per me e i miei collaboratori. Non ho fatto nessuna richiesta particolare. E’ normale che dopo 18 anni il mondo cambia, il tempo scorre. Il calcio è cambiato molto, negli allenamenti e nel gioco. Ci sono due cose fondamentali però: coraggio e idee. Cercherò di dare a questa squadra un’identità con questa città, deve essere una squadra aggressiva che va sempre in avanti. Professionalmente in settimana serviranno dei sacrifici, nel cibo e nella vita di tutti i giorni. Servirà tanto entusiasmo, quindi idee e coraggio”.

VALENTE

Nicola Valente, esterno offensivo già allenato da Baldini con la Carrarese, ritrova il tecnico toscano a Palermo: “Quando l’ho preso giocava nella Sambenedettese e ha sempre giocato esterno. Io a Carrara l’ho sempre utilizzato alto con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3, giocando o a sinistra o a destra. Il potenziale della squadra deve essere valutato in base a tutti i giocatori, così vedremo le garanzie e stabiliremo una startegia per esprimere il massimo potenziale tecnico. I più tecnici li faccio giocare di più per tanti motivi. Bisognerà creare entusiasmo anche con la gente sugli spalti, servirà tanto lavoro e usare giocatori molto tecnici. Da Valente ho ricevuto solo gli auguri di Natale, come ogni anno, ma non l’ho sentito. Gli ho scritto solo che ci saremmo visti presto”.

MIGLIORAMENTI

“Sicuramente – prosegue il nuovo allenatore del Palermo – devo cercare di aiutare la squadra. Devo capire di cosa ha bisogno. Bisogna adattarci l’un l’altro. Alla fine io dovrò cercare di capire che giocando anche in un altro modo possono ottenre dei risultati migliorando le loro prestazioni. Credo che i ragazzi non siano stupidi, se proponi un lavoro che li migliora poi ti seguono”.

SGUARDO AL FUTURO

Baldini, sul Palermo di Filippi, preferisce non soffermarsi: “Parlare di cosa è stato il Palermo non è simpatico, sarebbe troppo facile trovare dei difetti. Non è facile e corretto, ho visto comunque diverse partite. Dovrò vederlo dal campo, ho bisogno di guardarli negli occhi quando gli dico delle cose. Prima di entrare nel cuore devi entrare nella testa e questo dovrò fare. Sono convinto che tecnicamente non è una squadretta e lo dimostrano i risultati. Io ho giocato sempre in tante maniere, mi avvicino a 800 presenze tra i professionisti. La cosa importante è capire che allenandosi in un certo modo con certe idee loro si migliorano. Se capiscono questo miglioramento noi faremo bene. Se non lo capiscono, bisognerà capire il perché. Con quelli che si mettono a disposizione sono convinto che avremo delle sorprese, la rosa è competitiva e può andare in alto. Dipende dal contesto dove creare le basi, come ci alleneremo ma anche cosa succederà dopo. Servirà pensare che siamo come in Serie A, Palermo è una città importante. Se ci crederanno loro avremo delle sorprese molto belle”.

RINCORSA AL BARI

“Non esistono cose impossibii, sono le persone che si arrendono prima. Se ci metti cuore e passione poi ottieni qualcosa di importante. Qualcuno preferisce arrendersi perché è più facile che combattere. Tanti punti dal Bari potrebbe essere stimolante, si potrebbe rimanere nella storia provando la rimonta. Potremmo esessere ricordati per come abbiamo vinto”, dice Baldini in merito alla distanza in classifica dalla capolista del girone C di Serie C.

REGOLE

“Io devo cercare di portare l’entusiasmo, la professionalità e cercare di far capire ai giocatori che il gioco del calcio è la cosa più bella che hanno desiderato. Ma deve esere alimentato da alcune caratteristiche, come comportarsi in funzione di quello che fai. Serviranno delle regole da trasferire la domenica in campo per coinvolgere i tifosi. La squadra di calcio è della città, anche i calciatori devono sapere che devono entrare nella storia. I tifosi ci saranno sempre, i presidenti o gli allenatori passeranno”.

MENTAL COACH

“Ho portato con me, oltre al mio staff, anche un mental coach, Nicola Colonnata. Lavorava a Carrara con me e ci darà una mano. Farà capire ai gicoatori che tutto dipende dalla loro mente, visto che c’è questa discrepanza fra giocare in casa e fuori. Lui è maestro di arti marziali e ha studiato in America pagando davvero tanto per diventare mental coach. Una persona preparata come lui sarà di grande aiuto per far capire che la differenza tra casa e fuori casa non esiste più. Le partite sono partite secche, in una partita così presa una per volta può succede di tutto. Anche avere risultati importanti, e questo vuol dire vincere. Non vedo le distanze con gli altri. Il calcio non è una scienza esatta, c’è l’aspetto psicologico che determina troppo il giocatore. Silipo è un ragazzo che ha talento e doti, va sostenuto però. Se lui sentirà che c’è questo appoggio da parte di tutti, ha le qualità tecniche per farlo”.


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